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I presunti appetiti delle cosche di 'ndrangheta sui lavori del Ponte sullo Stretto, ma anche l'omicidio del giudice Scopelliti. Se ne parlato in Commissione parlamentare antimafia, durante l'audizione del procuratore della repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.
«Sicuramente c'è la massima attenzione da parte del nostro ufficio sul ponte sullo Stretto», ha assicurato il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nel corso dell'audizione davanti alla Commissione parlamentare antimafia
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Il Ponte sullo Stretto è "finito" in Commissione antimafia su iniziativa di alcuni componenti che nel riferirsi al progetto, recentemente rispolverato dal Governo, hanno chiesto a Bombardieri se esista o meno «il rischio di infiltrazione della 'ndrangheta nei lavori per la realizzazione dell'opera».
«Io non faccio riferimento specifico al ponte, ci mancherebbe - ha risposto Bombardieri -. Parlo di un'opera pubblica in generale, qualunque possa essere. Sicuramente non si può bloccare la realizzazione di un'opera per il pericolo che questa possa essere oggetto di appetiti da parte della ndrangheta».
Ciò che è necessario, per il procuratore, «è riservare grande attenzione alla gestione di quel flusso finanziario che è destinato a quell'opera pubblica. Perché è lì che si può intervenire a tutela dell'economia sana e dell'investimento che lo Stato deve necessariamente fare».
Nel corso della sua audizione, il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri ha analizzato diversi tasti ancora dolenti legati al contrasto alle mafie. Così come alcuni nodi ancora irrisolti, primo fra tutti l'omicidio del giudice Antonino Scopelliti, rispetto al quale, solo alcuni anni fa, pare si fosse arrivati ad una svolta.
PER APPROFONDIRE: Antonino Scopelliti, trentadue anni fa l’omicidio del giudice che faceva paura a Cosa nostra
L’indagine sull’omicidio del giudice Scopelliti, ha detto Bombardieri «è ancora in corso e allo stato vede la necessità di sviluppo di accertamenti tecnici sull’arma ritrovata». Un lavoro non semplice, però, a quanto pare per stessa ammissione del magistrato. Si tratta di «accertamenti difficili perché è passato tanto tempo tanto e l’arma è in pessime condizioni e si sta cercando di ricostruire con una consulenza tecnica molto raffinata di ottenere riscontri».
Quindi ha ribadito: «È una indagine ancora in corso, molto importante a cui teniamo tanto ma che incontra alcuni ostacoli oggettivi a causa di tutto il tempo che è passato».
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