Avvenire di Calabria

Il valore dell'ascolto e la sinodalità dal basso al centro della riflessione che vi proponiamo

Il Sinodo visto dai laici: «Una grande opportunità»

Fondamentale il camminare insieme lungo la strada indicata da monsignor Morrone

di Maria Pascuzzi

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Lo stare insieme è un  elemento principale delle relazioni sociali. Se una cosa è chiara è quella che tutti abbiamo bisogno del contatto umano, il pathos, la percezione che lo stare insieme ha sempre  plasmato. Questo è il senso dell’iniziativa in itinere concretata nella Diocesi Reggio Calabria-Bova, cominciata il 3 novembre scorso nella Basilica  del capoluogo, alla presenza del vescovo Fortunato Marrone e dei delegati delle parrocchie del territorio che ha messo in luce l’importanza   del  cammino sinodale.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


In questo senso la presenza dei laici  non solo è utile per vivere bene la sinodalità, ma funge da anello di congiunzione con i ministri ordinati sia per capire meglio un mondo che cambia, sia per stringere rapporti più vitali tra gli organi.  Ecco perché il sinodo è una  grande opportunità ecclesiale non solo per la Chiesa generale ma anche per le realtà quotidiane delle varie parrocchie. Per fare questo è necessario  che il cattolicesimo, che  non è una federazione di parrocchie o di movimenti, ma è comunità di comunità adunate dalla Parola e dall’Eucarestia attorno  ai successori degli apostoli  in un contesto in cui i privilegiati sono i poveri e gli umili, ai quali prevalentemente si rivolge il Vangelo.

La sinodalità dal basso

Se si vuole la sinodalità dal basso, bisogna avere chiaro il concetto che  il tempo del sinodo è la grazia. Il sinodo non è performance, non è la stampante di prodotti seriali di documenti o un corso di sociologia religiosa applicata alla vita della chiesa. È cammino comune. È tempo che serve a individuare i punti teologici  più salienti: il ministero, il diritto delle comunità all'Eucarestia, il sacerdozio comune. In tal senso la  dottrina, non è un fossile da custodire nel catechismo, né una confezione speciale, un involucro che avvolge il niente. Come sosteneva papa Giovanni XXIII solo unità e comunione possano dare al Vangelo quella sua forza che sana. Come continua a sottolineare papa Francesco   bisogna contribuire a innalzare i tre pilastri fondanti l’idea generale dell’Ecclesia: uno della comunione, uno della missione e quello della partecipazione. In questo primo anno è messo  al centro della dinamica il tema dell’ascolto. Ascolto come spazio intersoggettivo dove io ascolto vuol dire anche ascoltami: In questo senso la religione si interiorizza; con l’ascolto si sonda l’intimità, si scandagliano i  segreti del cuore.

Il Sinodo e il valore dell'ascolto

L'ascolto mette in rapporto due soggetti. Anche quando si vuol mettere in una situazione d'ascolto un'intera folla, un'assemblea politica, lo scopo è quello di far accogliere il messaggio di uno solo. Di farne capire la singolarità. L'ingiunzione di ascoltare è l'appello totale di un soggetto a un altro: essa pone al di sopra di tutto il contatto, tramite la voce e l'orecchio, dei due o più soggetti, crea un  transfert. L’ ascolto così trasforma l'uomo in soggetto duale. L'interpellazione porta a una interlocuzione, nella quale il silenzio dell'ascoltatore è tanto attivo quanto la parola di chi parla. In questo senso  si può dire che l'ascolto parli. Una volta, per indicare  che una persona era brava si diceva che era tutta   casa e chiesa, ora possiamo dire, alla luce degli  incontri, svolti, che bisogna aggiungere altri termini come  carità, casa, chiesa, comunità,  cura, cuore. Con questo paradigma l’ascolto diventa colloquio, una reale condizione paritetica. In questo senso l’ascolto più che una dimensione nuova, è un rinnovamento. Non abbiamo sempre ascoltato la parola di Dio nei riti? Abbiamo bisogno di rinnovare l’incontro perché ogni incontro è un’esperienza unica e irripetibile nella sua singolarità.


PER APPROFONDIRE: Apertura Sinodo a Reggio Calabria, Morrone: «Insieme poniamoci all’ascolto dell’altro»


Magari  apparteniamo a orizzonti culturali diversi eppure tutti accomunati da un’incessante ricerca di verità, un’inesausta voglia di bere. Nell’ascolto, che si rinnova continuamente, io-altro si dispiega  nella dinamica della vita in cui, volta per volta, diventiamo parlanti e ascoltatori e si regge nella misura in cui l’io diventa noi, in cui la comunità tocca il suo punto più alto. In questo senso questo tema è una tappa del cammino in cui  cercheremo di ascoltarci per acquisire la mentalità che la Chiesa attuale vuole costruire per incidere  profondamente sul proprio territorio, avere più responsabilità verso le generazioni future.

Articoli Correlati