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Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio, ignoti hanno cosparso con liquido infiammabile ed incendiato il portone d'ingresso del Comune di Platì. Un episodio che ha indignato e rispetto al quale sono in corso indagini da parte dei Carabinieri. Al coro di indignazione per quanto accaduto e solidarietà, si unisce anche il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva.
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Il presule, attraverso un messaggio, esprime «vicinanza e solidarietà ai cittadini di Platì, al suo Sindaco Rosario Sergi e a tutto il consiglio comunale per l'attentato incendiario perpetrato ai danni della casa comunale, luogo simbolo delle istituzioni e di tutta la comunità platiese».
«Chi ha appiccato il fuoco -afferma il vescovo Oliva - non ha solo incendiato un portone, ma ha colpito l’intera comunità di Platì che non merita di ritrovarsi ancora una volta sulle prime pagine dei media per colpa di pochi senza volto, che, agendo nelle tenebre, causano danni materiali e morali ad una Comunità impegnata a costruire un paese migliore e lontano da certi stereotipi che hanno alterato e compromesso la vera immagine di Platì ed il futuro dei suoi cittadini».
Monsignor Oliva rivolge, inoltre, un appello alla Platì «onesta e laboriosa» che ha conosciuto nel corso della sua visita pastorale: «La Platì con il volto positivo che vuole rialzarsi e che guarda in avanti con speranza ed ha fiducia nelle Istituzioni». Di fronte a questi atti, ancora il pastore della diocesi locrese, «la Chiesa ci ricorda che ogni forma di crimine contraddice il messaggio evangelico, deturpa il volto di una comunità, mette a rischio il bene comune, compromettendo il futuro dei suoi figli».
«Spero che gli autori del gesto vandalico -aggiunge Oliva- abbiano il coraggio di parlare e, ravvedendosi, di recuperare la bellezza dell’appartenere ad una comunità che ha una storia, una cultura e dei valori umani e cristiani da consegnare alle future generazioni».
Infine, monsignor Oliva auspica: «un dialogo aperto e sereno sui problemi del paese fra tutte le forze politiche». Immagina, inoltre, «la partecipazione dei cittadini amanti del bene di tutti e di ciascuno; un impegno in prima persona nella ricerca di ciò che veramente conta per la crescita di tutta la comunità. La violenza che è alla base di ogni gesto vandalico rende più povera Platì. Tutti i cittadini purtroppo ne pagano le conseguenze. Solo con il dialogo si costruiscono ponti di civiltà contro le tenebre del male».
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