Avvenire di Calabria

Il 2 settembre del 1928 la nuova cattedrale di Reggio Calabria veniva consacrata

Importante ricorrenza per la Chiesa reggina, 93 anni fa la consacrazione della Basilica Cattedrale

di Renato Laganà

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Importante ricorrenza per la Chiesa reggina. Ricorre infatti il 93 esimo anniversario della consacrazione della Basilica Cattedrale.

Era domenica, il 2 settembre 1928, quando la nuova Cattedrale di Reggio Calabria, esattamente novantatré anni or sono, ricostruita e traslata dal sito precedente dopo il terremoto del 1908, veniva consacrata. Erano trascorsi quasi venti anni da quel 28 dicembre e l’opera di ricostruzione, avviata finalmente nel settembre 1917, aveva consentito di elevare un tempio nuovo con una struttura asismica in cemento armato che ne faceva la più grande costruzione di quel tipo in Italia.


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L’occasione della consacrazione era stata dettata dalla necessità, pur non essendo l’opera ultimata nella decorazione e nel pavimento in marmo, di disporre del tempio per la celebrazione a Reggio del Congresso Eucaristico – Liturgico Regionale, richiesto dall’arcivescovo Rinaldo Camillo Rousset in occasione dell’Anno Santo 1925. Con questo obiettivo, dopo molti mesi di stallo, l’impresa della Società Italiana Chini aveva ripreso i lavori e ci si rese conto che “per liberarlo dalle impalcature a dai ponteggi che lo ingombravano tutto, non sarebbero stati sufficienti cinquanta giorni. Le colonne, le pareti, senza alcun intonaco né stucco, le gradinate antistanti al coro e alle due cappelle laterali senza gradini né marmo né cemento armato, il Coro senza altare, né in marmo, né in fabbrica; mancavano pure gli stalli corali per i Canonici e mansionari; le due Sacrestie un ammasso di forme in gesso per i capitelli delle colonne…”.

Il 26 maggio 1926 la morte dell’arcivescovo Rousset, vide la celebrazione dei funerali nel cantiere, sgomberato in parte dai ponteggi, della nuova Cattedrale da lui voluta e che aveva sperato tanto di poter inaugurare con il congresso regionale. Intanto il rallentamento dei sussidi governativi per il completamento dei lavori aveva determinato una stasi dei lavori che furono ripresi nel marzo 1927 “per essere finalmente condotti a termine”. L’arrivo del nuovo arcivescovo Carmelo Pujia rimetteva in moto l’organizzazione del Congresso Regionale previsto per il settembre del 1928. L’impalcatura che avvolgeva la facciata venne rimossa nell’ultima settimana di agosto mostrando alla città il volto definitivo del tempio, anche se ancora privo delle due statue (collocate poi nel 1929) dei Santi Paolo e Stefano da Nicea legati alla nascita della diocesi reggina.

Dalle cronache dei giornali dell’epoca e dalle pagine della “Cronistoria” del canonico d. Rocco Vilardi è possibile tracciare la sequenza degli avvenimenti legati ai riti della consacrazione della chiesa e dell’altare. La preparazione dei paramenti e dei libri per la celebrazione del pontificale si accompagnò alla selezione degli arredi sacri ed alla predisposizione delle tabelle e dei quadretti con gli alfabeti greco e latino. Furono poi preparati alcuni elementi per la ritualità come il crisma, le ceneri, il sale, i cerini a quattro fiammelle e l’incenso di issopo. Vennero prescelte le reliquie da deporre nell’altare maggiore scegliendo, tra le diverse conservate nella Cattedrale, quelle dei santi martiri Crescenzio e Vittoria e venne predisposta una teca di rame con una pergamena da far murare. Il Maestro delle Cerimonie, il canonico arcidiacono Domenico Margiotta, ordinò al vescovo consacrante, mons. Paolo Albera, vescovo di Mileto, una giornata di digiuno per il giorno che precedeva l’evento.

La scelta di mons. Albera, tra i primi collaboratori di S. Luigi Orione, non fu casuale perché egli aveva seguito sin dall’inizio la vicenda della ricostruzione della Cattedrale reggina, assumendo poi dall’anno 1926, la responsabilità dell’Opera Interdiocesana per la ricostruzione della Chiese in Calabria, come dimostrano i numerosi documenti conservati nell’archivio diocesano di Mileto. Il rito della consacrazione venne avviato alle ore sette di domenica 2 settembre e venne concluso alle ore 12,30. Nella piazza Duomo oltre ai canonici del Capitolo metropolitano reggino e di quelli della vicina diocesi di Mileto erano presenti numerosi sacerdoti e parroci della Arcidiocesi ed una folla di devoti che poi, all’apertura delle porte, confluirono all’interno della Cattedrale per proseguire la cerimonia, nel corso della quale si procedette all’unzione dell’altare e alla successiva incensazione delle pareti segnando anche le croci posizionate sui pilastri di tutta la chiesa. Conclusa la cerimonia l’arcivescovo Carmelo Pujia celebrò una “Messa bassa” nell’altare maggiore.

La nuova Cattedrale appariva più ampia e spaziosa di quella rovinata dal terremoto e poi demolita a seguito dello spostamento del sito. Gli alti e possenti pilastri cruciformi in cemento armato erano stati ingentiliti con un basamento in pietra di Trani, eseguiti dalla ditta Giosuè Geraci di Palermo, “lavorata a campana con ricche sagome e cornici in modo che ogni base è composta da circa settanta pezzi”, che continuava con un intonaco marmorino sino al capitello in stucco, realizzati dalla ditta Fratelli Vanni di Roma. Tra di essi era stato collocato il Pergamo che lo scultore Francesco Jerace aveva realizzato nella vecchia Cattedrale e che, smontato, ripulito e integrato trovò posto sul lato della navata centrale in prossimità del transetto.


PER APPROFONDIRE: Storia. L’ingresso dei vescovi a Reggio: monsignor Ferro


Si valorizzò la robusta colonna in marmo cipollino, con alla base un serpente in pietra rosata, coronata dai simboli dei quattro Evangelisti e il piano del pergamo con sulla balaustra il bassorilievo che ricorda il prodigio della colonna ardente con ai lati gli stemmi del cardinale Portanova e di papa Leone XIII. L’altare e gli amboni erano opera dello scultore calabrese Concesso Albano Barca e le pareti del presbiterio, dell’abside e dell’aula riportavano policromi disegni del romano prof. Eugenio Cisterna che si ispirò ai mosaici bizantini delle chiese di Ravenna. Le oltre cinquanta finestre avevano vetrate finemente istoriate curate dal rag. Giulio Cesare Giuliani di Roma. Il 4 settembre 1928 il cardinale Alessio Ascalesi, arcivescovo di Napoli, faceva il suo ingresso nella Cattedrale per inaugurare il Congresso Eucaristico Regionale Calabrese che ebbe termine il venerdì successivo, vigilia della venuta in città del venerato quadro della Madonna della Consolazione.

Pubblicato su Avvenire di Calabria del 2 settembre 2018 in occasione del 90° anniversario della consacrazione ufficiale della Basilica Cattedrale

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