La prolusione del vescovo Morrone sulla giustizia sociale. La guida dell'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova ha aperto il nuovo anno dell'Istituto superiore di formazione politico-sociale “Monsignor Lanza”.
Giustizia sociale, la prolusione del vescovo Morrone
L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, monsignor Fortunato Morrone ha da poco concluso la prolusione d'apertura dell'Anno Sociale dell'Istituto "Lanza" dell'arcidiocesi reggina.
Il tema prescelto è quello della "giustizia sociale" su cui si è soffermato il presule crotonese offrendo da subito una chiave di lettura sul concetto stesso di giustizia.
Il concetto di giustizia
L'uomo, infatti, è «votato alla socialità» ha detto Morrone citando Aristotele. In questo senso la giustizia - tra la definizione dell'antichità greco latina e la tradizione cristiana - altro non è che «dare a ciascuno ciò che gli appartiene».
«La giustizia si configura pertanto come valore eminentemente sociale» ha spiegato Morrone. Il vescovo ha proseguito: «Si riconoscono i diritti di ogni persona, così come si vuole che siano riconosciuti e rispettati i propri. È la regola aurea che appartiene al deposito dell’esperienza e della sapienza dell’umanità e ripresa dal Vangelo».
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Nella sua prolusione, monsignor Morrone - partendo da questi presupposti - ha rilevato tre tipi di giustizia. Quella commutativa, cioè il «rapporto di giustizia che si realizza tra un singolo e un singolo».
Poi la giustizia generale: «Ciascuno di noi, cioè, vivendo in società, deve contribuire alla realizzazione del bene comune con la sua attività - creatività».
E infine, quella sociale. «Rappresenta un vero e proprio sviluppo della giustizia generale, regolatrice dei rapporti sociali in base al criterio dell'osservanza della legge» ha chiosato il presule.
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Le conclusioni
Monsignor Morrone rivolgendosi a docenti e corsisti dell'Istituto "Lanza" ha poi declinato il tema della giustizia sociale su due aspetti specifici: l'assistenza sanitaria e l'equo sviluppo di tutti i popoli.
Due peculiarietà che riguardano molto da vicino la condizione meridionale e calabrese.
Avviandosi verso le conclusioni, l'arcivescovo Morrone ha posto un'ultima riflessione sulla «giustizia sociale nella verità della carità». Un viaggio - dalla Populorum Progressio al magistero di Benedetto XVI - in cui «il rischio di ridurre il concetto di giustizia a quello di legalità è perciò sempre latente».
Su questo aspetto, ha concluso Morrone, «la giustizia non è più un riconoscere semplicemente all’altro dei diritti, ma un riconoscere e accogliere l’altra persona in quanto creato a immagine di Dio, nella carità di Cristo».