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Una scuola unica e all’avanguardia, al passo coi tempi e dove non manca davvero nulla. Dall’attenzione per la formazione e la didattica, attuata da docenti preparati e sensibili, alla cura degli alunni, fin dalla tenera età, accompagnati lungo un percorso che vuole essere innanzitutto di crescita. Tra le istituzioni scolastiche e formative più antiche della città di Reggio Calabria, l’Istituto San Vincenzo de Paoli è ancora oggi una vera e propria “palestra” di vita per la formazione completa della persona. Qui, oltre ad apprendere nozioni e concetti, infatti, si cresce all’insegna di sani valori. Quelli, innanzitutto, che instancabilmente continuano a trasmettere - da oltre un secolo - le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida.
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Abbiamo voluto approfondire meglio la conoscenza di questa bella realtà collocata nel cuore della città di Reggio Calabria. Ad accoglierci, assieme alle altre consorelle, è suor Angela Perillo, gestore dell’Istituto. Ogni giorno macina chilometri tra un corridoio e l’altro. Tra un piano e l’altro del grande edificio che su vari livelli ospita l’asilo nido, la scuola dell’infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado. La prima cosa che colpisce, è il sorriso stampato sul volto delle religiose. Lo stesso con il quale, quotidianamente, accolgono bambini e ragazzi al suono della campanella. «Il nostro istituto crede fermamente nella portata educativa della sua attività», spiega suor Angela.
L’Istituto San Vincenzo è una scuola cattolica presente in riva allo Stretto fin dal 1889. «I principi evangelici e il carisma di Giovanna Antida ispirano la nostra metodologia educativa e il nostro servizio e definiscono anche quelle che sono le mete finali», prosegue la suora. Qui, aggiunge, si lavora «personalizzando i rapporti educativi, ci si pone come famiglia e si educa evangelizzando. È, inoltre, una scuola aperta a tutti, senza distinzione alcuna». Una scuola inclusiva a pieno titolo, dunque.
«È questo forse l’elemento principale che rende unica questa scuola», afferma Franco Barillà, coordinatore didattico dell’Istituto San Vincenzo de Paoli. «Qui da noi - continua - i ragazzi sono quasi accompagnati per mano e guidati secondo sani principi. Qui non ci sono cognomi, ma nomi. È come se fossimo una grande famiglia. Con le rispettive famiglie dei nostri alunni c’è un solido rapporto che va oltre l’aspetto didattico e formativo». Conosciamo così Giada, Maria Luisa, Azzurra, Chiara, Cecilia, Cloe, Paolo, Danila e Maria. Sono alcuni dei piccoli alunni della scuola dell’infanzia.
Li abbiamo incontrati nel bel mezzo di una lezione di coding, nell’allegra aula dedicata a questa disciplina. Qui, seguiti dal maestro Demetrio Rosace, imparano le basi della programmazione e dell’informatica. Iniziano loro stessi a programmare movimenti e attività dei piccoli robottini utilizzati ad uso didattico. «Già dall’asilo - ci spiega il docente - prepariamo i bambini al pensiero computazionale che li porterà, fino in quinta elementare, a sviluppare capacità di pensiero e a creare algoritmi. Adesso sotto forma di gioco e domani anche attraverso l’elaborazione al computer».
Il laboratorio di coding, così come i laboratori di informatica previsti per i diversi cicli, sono tra i più all’avanguardia nel panorama scolastico reggino e calabrese. Accanto ad essi, ci sono anche i laboratori di scienze, tecnologie, arte, musica: si offrono agli alunni di ogni età strumenti concreti e utili ad approfondire il loro studio e le loro conoscenze. Tuttavia, anche le aule scolastiche, compresa la sala mensa, sono tutte multimediali e all’avanguardia. Accanto alla tradizionale lavagna in ardesia, infatti, in ogni classe è presente una Lim, ossia la Lavagna interattiva multimediale. La si utilizza in presenza. Oppure, come la maestra Antonella Villa, docente della scuola primaria, per la Dad, la didattica a distanza. «Due anni fa, quando il lock down ha bloccato le attività in presenza, il nostro Istituto - racconta - si è dimostrato subito preparato ad affrontare le nuove sfide, grazie alla dotazione tecnologica già in possesso e, soprattutto, già applicata alla didattica».
«Come scuola - sottolinea inoltre il professore Rosace - stiamo lavorando sulla didattica digitale». Non solo i laboratori, «ma ogni classe, oltre alla Lim, è fornita di tablet per ciascun studente con cui sostituire libri e quaderni per fare lezione. Stiamo puntando molto a questo passaggio verso la Did
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attica 3.0». Dall’innovazione alla tradizione, altro punto di forza dell’Istituto è il teatro, intitolato alla memoria della religiosa suor Nemesia Valle. Un vero e proprio fiore all’occhiello aperto alla comunità cittadina e, da quella scolastica utilizzato per manifestazioni e rappresentazioni. Il professor Daniele Laguteta è docente di italiano: «Con gli alunni della secondaria - dice - rivolgiamo l’attenzione a percorsi educativi e formativi che hanno a che fare con l’esperienza teatrale». In allestimento c’è la Divina commedia. Una tappa anche questa che rientra nel percorso di crescita individuale, culturale e nella società dei nostri allievi».
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