Vent'anni senza Italo Falcomatà. È passato così tanto tempo da quel triste freddo 11 dicembre del 2001. Quando la città di Reggio Calabria perdeva il sindaco della sua "primavera". Un vuoto incolmabile quello lasciato. Un vero e proprio padre di famiglia che teneva a cuore il benessere dei cittadini amministrati, come fossero suoi figli.
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Si è scritto e si è detto tanto in questi anni di Italo Falcomatà. Un ricordo il suo che rimane indelebile nel cuore di chi lo ha conosciuto e a perenne memoria anche delle nuove generazioni che continuano a sentir pronunciare quel nome. Su un aspetto sono tutti concordi. Falcomatà è stato un sindaco con la "s" maiuscola; "il" Sindaco appunto, come tutti lo appellavano. Il Sindaco, ma anche l'uomo dall'immancabile "sorriso" (suo tratto distintivo). Un padre.
«Quel sorriso aveva raggiunto i cuori e le menti di tutti poiché nelle strade, nelle piazze, nelle istituzioni e sui palchi delle manifestazioni trasmetteva la sua calma determinazione e la serenità con la quale ogni situazione, sia pur difficile, ed ogni ostacolo possono essere superati. E il suo popolo capiva, voleva ed agiva con lui. Reggio Calabria fu tutta uno sbocciare di metaforiche e profumate rose in quella che è passata alla storia come la sua Primavera», ricorda l'amico di lunghe chiacchierate, Carmelo Santonocito.
Vent'anni senza Italo Falcomatà, il ricordo di monsignor Mondello
Altrettanto toccante, le parole di monsignor Vittorio Mondello, quell'anno della dipartita di Italo Falcomatà, arcivescovo di Reggio Calabria - Bova. Questo è quanto disse sul sindaco della Primavera di Reggio proprio quel triste giorno dell'ultimo saluto, così come riportato sulle pagine di Avvenire di Calabria del 15 dicembre 2001, la cui apertura fu dedicata proprio alla triste notizia: «La sua vicenda ha oltrepassato i confini del territorio: è diventata una storia di tutti, un simbolo della nostra stessa condizione umana. Un segno emblematico della fragilità dell'uomo, ma anche della sua tenacia, del coraggio indomito e della forza degli ideali. Per coincidenza che la Provvidenza ha permesso, il tempo della sua azione amministrativa è coinciso quasi pienamente col mio Ministero episcopale in diocesi. Abbiamo avuto modo, negli anni trascorsi, di incontrarci frequentemente, di dialogare, di scambiare i nostri punti di vista».
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«Italo Falcomatà ha veramente amato Reggio, la sua città, per la quale ha speso le sue migliori energie e superato enormi difficoltà che avrebbero spinto chiunque a desistere dal cammino intrapreso. Non potrò mai dimenticare i meticolosi resoconti che mi faceva, venendo insieme ai componenti della Giunta Comunale. Condivideva il suo sogno di rendere Reggio sempre più "bella e gentile". Oggi, Italo Falcomatà, ci lascia. La sua statura morale non è di alcuni. Appartiene alla Città, perché lui è stato il Sindaco di tutti», ancora Mondello, oggi vescovo emerito dell'arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova che conserva nitido il ricordo di quella stagione, non a torto definita "Primavera" di Reggio Calabria.