
“Fragile, maneggiare con cura”: a Reggio Calabria un incontro sulla fragilità con don Massimo Angelelli
La fragilità umana non è una debolezza, ma una parte essenziale della nostra identità. Un
Rimodulare la funzione di madrine e padrini. È questo il percorso intrapreso con decisione dalla Cei, come confermato da don Paolo Gentili, direttore dell’ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia. I problemi riguardanti la figura ed il ruolo di padrini e madrine è ormai ben noto. Ci sono diversi precedenti riguardanti decisioni anche severe dei vescovi.
«Non è un mistero che oggi le famiglie siano alle prese con difficoltà crescenti per individuare chi possa accompagnare i figli nella preparazione ai sacramenti, assumendo un ruolo di testimone e di esempio. E non va neppure ignorato – osserva don Gentili – che anche i genitori spesso fac- ciano fatica a cogliere la rilevanza di questo momento, rimanendo talvolta un po’ in disparte». Rivedere allora la funzione dei padrini, soprattutto in occasione di Battesimo e Cresima, può diventare uno spunto per guardare da prospettive nuove i cammini di iniziazione cristiana. E per analizzare come ridare spessore educativo sia alla presenza della famiglia, sia a quello della comunità di cui padrini e madrine dovrebbero essere espressione. Il Catechismo a questo proposito parla chiaro: «Perché la grazia battesimale possa svilupparsi – si legge al n. 1225 – è importante pure il ruolo del padrino e della madrina, che devono essere dei credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo–battezzato, il loro compito è una vera funzione ecclesiale ». Una funzione che si configura come aiuto, affiancamento e sostegno al compito – che rimane primario – di mamme e papà. E se ciò è vero, risulta agevole comprendere le ragioni per le quali le figure dei nonni non sono così indicate per ricoprire il ruolo di padrini o madrine. Non perché essi non ne siano capaci. Anzi, spesso si tratta di persone che risultano esemplari sotto il profilo della fede. Ma sono già naturalmente e fattivamente i primi collaboratori dei genitori. Padrino e madrina, invece, dovrebbero aggiungersi alle risorse familiari. Certo, il problema si pone quando nella cerchia delle amicizie o della parentela, non vi sono persone adatte. Ecco, allora, che è corretto, a giudizio di don Gentili, dare spazio ai catechisti per ricoprire un simile ruolo.
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