Avvenire di Calabria

"In tre libri appena pubblicati, don Antonino Denisi narra il suo lungo viaggio di sacerdote": le parole di Mimmo Nunnari

La Chiesa, «sposa bella» raccontata da don Denisi

Mimmo Nunnari

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La dedica è alla «sposa bella che ho amato e servito con amore filiale per la lunghezza dei giorni che l’eterno mi ha donato». La «sposa bella» di don Denisi - novantenne decano del capitolo metropolitano, vicepresidente della deputazione di storia patria della Calabria, giornalista, storico segretario dell’arcivescovo Aurelio Sorrentino, in Lucania, a Potenza e poi a Reggio - è la chiesa di Reggio.

In tre libri appena pubblicati narra il suo lungo viaggio di sacerdote: storie di vita spirituale, cronaca, cultura, amore per il prossimo, concretezza nell’interpretare il Vangelo riguardo particolarmente all’accoglienza cristiana dei migranti. Senza dimenticare che migranti sono stati i suoi corregionali, parenti intimi tra questi. Non a caso uno degli episodi più toccanti tra quelli narrati riguarda il disastro di Marcinelle, in Belgio, dove l’8 agosto 1956 morirono in miniera centinaia di italiani, molti calabresi, tra cui un congiunto di don Denisi che si recò sul posto in quell’occasione. Il primo dei tre volumi, “L’Archidiocesi di Reggio Calabria”, narra di vescovi, clero e parrocchie; il secondo, “Emigrazione e Immigrazione in Calabria”, spiega le dimensioni del fenomeno migratorio; e il terzo, “Santità e pietà popolare nella Chiesa reggina”, è dedicato alla “sposa”: alla chiesa Reggina e ai suoi pastori che, dice, «ho cercato di servire col cuore e la mente perché risplenda nei secoli la gloria della sua santità». I tre volumi, quasi mille pagine, sono pubblicati da Laruffa, casa editrice reggina a cui Denisi è da sempre legato per aver pubblicato o curato altri interessanti libri. Nei tre saggi storico religiosi c’è la summa della sapienza di don Denisi. L’opera, nel suo complesso «è un monumento all’opera di un sacerdote che ha sempre unito in maniera encomiabile il ministero pastorale con lo studio», scrive nella prefazione al primo volume Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio.
Riccardi definisce «meridionale» per vocazione il prete Antonino Denisi: «Ha scelto consapevolmente di essere un prete e un intellettuale calabrese, secondo una formula che unisce sacerdozio e cultura, sacerdozio e tribuna giornalistica». Pur avendo potuto aspirare a uscire dalla sua regione, approdare a Roma, ottenere incarichi per mettere in valore la sua intelligenza, ha fatto una scelta calabrese «scevra da carrierismo», nota ancora Riccardi. Nel lungo racconto don Denisi ricorda l’inizio del suo ministero sacerdotale come parroco a Santo Stefano d’Aspromonte, nel lontano 1955, ma poi nella narrazione attraversa la storia della chiesa di Reggio, con gli strumenti dello storico. Racconta l’avvenimento storico della sosta di san Paolo a Reggio, nel primo volume, e poi mette in fila figure di primo piano della chiesa di Reggio: Gaspare del Fosso, Annibale D’Afflitto, figure carismatiche come monsignor Antonio De Lorenzo e dedica spazio al congresso eucaristico del 1988, con l’arrivo in città di papa Giovanni Paolo II. Ma è nel secondo volume che Denisi mostra il senso della sua missione di prete che vede nel popolo dei migranti il volto della Chiesa di Cristo. Interessante è il volume dedicato a santità e pietà popolare nella chiesa reggina. Il santo Gaetano Catanoso, l’arcivescovo Giovanni Ferro, madre Brigida Postorino, le congregazioni religiose, appunti di vita personali e notazioni di carattere letterario riempiono le pagine del terzo volume della trilogia che dona un’opera pregiata e ricca di dottrina e di sapere alla chiesa e non solo alla chiesa.

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