Giornata di digiuno e preghiera per la pace, la Chiesa reggina accoglie l’invito del Papa
Anche l’arcidiocesi di fondazione paolina ha accolto l’appello di papa Francesco.
«Gesù guarisce tutto». Lo ha ricordato, a braccio, il Papa, nella prima udienza dopo la pausa estiva, dedicata al tema della guarigione, sulla scorta dell’episodio evangelico della guarigione del paralitico. «Il ministero di Gesù offre molti esempi di guarigione», ha ricordato Francesco: «Quando risana coloro che sono affetti da febbre, da lebbra, da paralisi; quando ridona la vista, la parola o l’udito, in realtà guarisce non solo un male fisico, ma l’intera persona. In tal modo la riporta anche alla comunità, guarita, la libera dal suo isolamento, perché l’ha guarita». «Che meraviglioso esempio di guarigione!», ha esclamato il Papa a proposito del brano evangelico letto prima della catechesi: «L’azione di Cristo è una diretta risposta alla fede di quelle persone, alla speranza che ripongono in lui, all’amore che dimostrano di avere gli uni per gli altri”. “Gesù guarisce, ma non guarisce semplicemente la paralisi, Gesù guarisce tutto», ha spiegato Francesco: «Perdona i peccati, rinnova la vita del paralitico e dei suoi amici, fa nascere di nuovo. Una guarigione fisica e spirituale, tutto insieme, frutto di un incontro personale e sociale: l’incontro guaritore con Gesù». «In che modo possiamo aiutare a guarire il nostro mondo, oggi?», la domanda da porsi, per il Santo Padre: «Come discepoli del Signore Gesù, che è medico delle anime e dei corpi, siamo chiamati a continuare la sua opera di guarigione e di salvezza in senso fisico, sociale e spirituale».
Papa Francesco è poi tornato in udienza sulla pandemia che «sta continuando a causare ferite profonde, smascherando le nostre vulnerabilità. Molti sono i defunti, moltissimi i malati, in tutti i continenti. Tante persone e tante famiglie vivono un tempo di incertezza, a causa dei problemi socio-economici, che colpiscono specialmente i più poveri».
«Per questo dobbiamo tenere ben fermo il nostro sguardo su Gesù - nel mezzo di questa pandemia lo sguardo su Gesù - e con questa fede abbracciare la speranza del Regno di Dio che Gesù stesso ci porta», l’invito rivolto dal Pontefice. «Un Regno di guarigione e di salvezza che è già presente in mezzo a noi», ha proseguito Francesco: «Un Regno di giustizia e di pace che si manifesta con opere di carità, che a loro volta accrescono la speranza e rafforzano la fede». «Nella tradizione cristiana, fede, speranza e carità sono molto più che sentimenti o atteggiamenti», ha ricordato il Papa: «Sono virtù infuse in noi dalla grazia dello Spirito Santo: doni che ci guariscono e che ci rendono guaritori, doni che ci aprono a orizzonti nuovi, anche mentre navighiamo nelle difficili acque del nostro tempo». «Un nuovo incontro col Vangelo della fede, della speranza e dell’amore ci invita ad assumere uno spirito creativo e rinnovato», la proposta di Francesco: «In questo modo, saremo in grado di trasformare le radici delle nostre infermità fisiche, spirituali e sociali. Potremo guarire in profondità le strutture ingiuste e le pratiche distruttive che ci separano gli uni dagli altri, minacciando la famiglia umana e il nostro pianeta».
Il Papa ha poi fatto un appello affinché il Libano «possa affrontare questo momento così tragico e doloroso e con l'aiuto della comunità internazionale possa superare la grave crisi che sta attraversando» prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana collegati in streaming, al termine dell'udienza generale. «Ieri, a Beirut, una terribile esplosione ha causato decine di morti e migliaia di feriti e ha provocato morte e distruzione», le parole di Francesco: «Preghiamo per le vittime e i loro familiari, e per il Libano, perché con l’impegno di tutte le componenti politiche, sociali e religiose possa affrontare questo momento così tragico e doloroso e, con l’aiuto della comunità internazionale, possa superare la grave crisi che sta attraversando»
Anche l’arcidiocesi di fondazione paolina ha accolto l’appello di papa Francesco.
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