Avvenire di Calabria

Nella postfazione il cardinale Betori ricorda come nell’idea lapiriana «le città sono vive», fatte di legami e relazioni che si sviluppano

La Pira, «mistico» della politica

Pubblicati ora in un volume alcuni appunti manoscritti inediti sull’Eucaristia del «sindaco santo». Un testo di grande spessore teologico

di Riccardo Bigi *

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La Pira, «mistico» della politica. Pubblicati ora in un volume alcuni appunti manoscritti inediti sull’Eucaristia del «sindaco santo». Il postulatore padre Festa: per lui è fondamento della vita civile, un testo di grande spessore teologico. I documenti emersi dagli archivi storici della Fondazione sono stati raccolti e dati alle stampe. Nella postfazione il cardinale Betori ricorda come nell’idea lapiriana «le città sono vive», fatte di legami e relazioni che si sviluppano.

La Pira, «mistico» della politica

«Sono rimasto davvero sorpreso per questo testo inedito che è stato trovato negli archivi. Un testo di grande spessore teologico, dal quale trapela una spiritualità originale centrata sull’Eucaristia come fondamento della vita civile». Il postulatore generale dell’ordine domenicano, padre Gianni Festa, presenta così il libretto che contiene la trascrizione di una serie di appunti scritti a mano da Giorgio La Pira.

Si intitola «In Aedificationem corporis Christi»: è l’ultima sorpresa che emerge dagli archivi della Fondazione che cu stodisce la memoria del 'sindaco santo' di Firenze, e che sarà distribuito in occasione della Messa per il 44° anniversario della morte di questa originale figura di politico cristiano, proclamato venerabile da papa Francesco il 5 luglio del 2018.

Si tratta di alcune pagine scritte alla fine degli anni ’50, tratteggiando lo schema per un testo autobiografico che prende spunto dall’esperienza della Messa di San Procolo e dalla centralità dell’Eucaristia, vista come la radice delle costruzione della comunità ecclesiale e cittadina.


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L'unità tra spiritualità e azione politica

Un’autobiografia che è anche, come nota il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella postfazione, «la traccia per un’'autobiografia di Firenze'». Perché nell’idea lapiriana, ricorda Betori, «le città sono vive», fatte di legami e relazioni che si sviluppano nel tempo: fondare tutto questo sull’Eucaristia, sulla «comunione fraterna», richiama inevitabilmente il tema della fraternità così caro a papa Francesco.

«Perché questo – scrive La Pira nei suoi appunti – è stato sempre e solo lo scopo della nostra azione: rivelare i misteri del cristianesimo ed operare, perciò, per la edificazione del corpo di Cristo. Perché questa è la volontà di Dio e la esigenza stessa dell’uomo, della società e della civiltà umana: edificare il corpo di Cristo e su questa roccia - e sul modello di essa - edificare la città dell’uomo».

Parole, secondo padre Gianni Festa, che illuminano la sua azione politica: «La personalità di La Pira, che pure è stata studiata e analizzata in tantissimi libri e articoli, acquista una particolare luce. Le radici di tutto ciò che ha fatto, del grande albero della sua attività di sindaco, di uomo politico, di docente universitario, di costruttore di ponti di pace, appaiono piantate in un terreno sorprendentemente ricco di humus teologico e culturale tutto centrato sull’eucaristia come 'la pietra d’angolo in cui si edifica la città'».

Traspare l’unità inscindibile tra la spiritualità di La Pira e la sua azione politica: «Lo ribadisco ogni volta che ne ho l’occasione, La Pira è stato un mistico della politica. Vorrei che emergesse questo suo spessore. Proprio perché mistico, è stato uomo d’azione, di governo, uomo del dialogo, costruttore di ponti'.


PER APPROFONDIRE: Giorgio La Pira è venerabile, un passo verso gli altari


Riflessioni che divengono particolarmente significative in un momento in cui c’è grande attenzione su Giorgio La Pira, anche in vista del doppio appuntamento sul Mediterraneo 'frontiera di pace' che si svolgerà a Firenze in febbraio, quando si riuniranno i vescovi dei Paesi mediterranei, per l’incontro promosso dalla Cei, e contemporaneamente i sindaci della stessa area, convocati dall’amministrazione fiorentina riprendendo una tradizione inaugurata proprio da La Pira.

Sullo sfondo, il processo di beatificazione che dopo il riconoscimento delle 'virtù eroiche' e il decreto di venerabilità, attende adesso un ulteriore passo: «Spero vivamente – afferma padre Festa – che Giorgio La Pira possa arrivare quanto prima alla beatificazione». Le procedure canoniche prevedono che si possa proclamare un beato 'per equipollenza', senza attendere il riconoscimento di un miracolo ma dimostrando l’universalità della sua fama di santità. Quello che è certo, è che elevare agli altari un laico cristiano che ha fatto della politica la sua via verso la santità sarebbe un messaggio importante di fronte alla crisi della politica di questo nostro tempo.


* Avvenire

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