Avvenire di Calabria

La povertà delle madri sole attende risposte. L’appello del centro Agape

di Redazione Web

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Solo una delle tante richieste di aiuto arrivate al centro di ascolto di Agape negli ultimi mesi, sono una madre di 5 figli, vedova, mi sono ritrovata alla fine di settembre senza il pagamento del reddito di cittadinanza che mi è stato sospeso, compresi gli assegni dei bambini che ovviamente non mi hanno corrisposto. Questo mese dovevo pagare, oltre le spese alimentari, vestiario, utenze, libri, spesa, divise tutto ciò che occorre per i miei 5 figli, quindi ho ripresentato nuova domanda al Caf ma sia questo mese che il prossimo starò senza soldi, perché il tempo che la domanda venga lavoratasi prevede che verrà messa in pagamento il 15 di novembre. Come farò in questi due mesi, senza reddito? come si fa ad affrontare la vita senza nessun’entrata per me? questi soldi sono essenziali mi aiutano a provvedere giornalmente a ciò che occorre ai bambini. Quello delle madri sole o famiglie monogenitoriali che in Calabria, secondo l’Istat sono bel trentamila è uno dei tanti volti della morsa della povertà che si sta allargando in tutta la regione anche a seguito delle misure dal governo sul reddito di cittadinanza. Una misura che non risolveva il problema ma rappresentava comunque un salvagente temporaneo per che rischia di affondare nella miseria e nell’esclusione sociale.


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Non è soprattutto tollerabile da parte del governo la scelta di sospendere anche per pochi mesi una misura come quella del RDC quando ci sono di mezzo minori favorendo di fatto il rischio della dispersione scolastica, la povertà educativa, l’istituzionalizzazione.

Serve anche una assunzione maggiore di responsabilità da parte anche del comune di Reggio che deve fare la sua parte senza scaricare tutto sul governo. Nei mesi scorsi il Centro Agape e la coop Soleinsieme hanno svolto delle audizioni con le commissioni politiche sociali e Pari Opportunità del Comune dove hanno ampiamente riferito su questa emergenza sociale e presentato delle proposte.

In sintesi, attivazione di un protocollo tra tutti gli Enti interessati a questa tematica, documento che era stato presentato prima dell’estate a palazzo S. Giorgio dalla referente per le pari opportunità Angela Martino, che ha ricevuto l’adesione dei vari soggetti istituzionali ma non è stato ancora sottoscritto. Un accordo importante che toccava anche i temi del diritto alla casa e dell’utilizzo dei beni confiscati, della formazione professionale, dell’inserimento lavorativo, del sostegno alla genitorialità. Ancora la richiesta di inserimento nel bilancio del comune di una somma per questa specifica povertà e per il welfare in generale.

Come ha ricordato il Presidente di Agape Mario Nasone, anche nei tempi più bui come quelli dello scioglimento del comune per mafia il terzo settore, con l’allora commissario Panico era riuscito a salvare due milioni di euro nel bilancio del comune per garantire alcuni servizi , somme sparite nei bilanci successivi. Quasi un anno fa l'assessore Irene Calabrò che ha lavorato bene per il piano di rientro aveva promesso che sarebbero stati ripristinati questi fondi con gli avanzi di bilancio prevedendo dei capitoli per il welfare ma non c'è stato seguito a questo annuncio.

Da subito potrebbero anche essere utilizzati i fondi assegnati dalla regione Calabria per un piano di lotta alla povertà e il Comune di Reggio ha già avuto assegnati un milione e settecentomila euro e dovrà predisporre un programma di utilizzo. Senza disconoscere quanto di positivo il Comune ha fatto nel settore del Welfare serve un importante sforzo aggiuntivo in un momento storico che registra un aggravarsi in tutta la Calabria delle condizioni di fragilità e di esclusione sociale di fasce sempre più ampie di popolazione che crescerà con i tagli ulteriori previsti con i nuovi decreti sul reddito di cittadinanza.

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