Avvenire di Calabria

Lontano dai riflettori ma sempre presente. A Reggio Calabria c’è una Fondazione attenta ai bambini e agli adolescenti e ai loro bisogni

Fondazione “La Provvidenza”, avamposto contro il disagio giovanile a Reggio Calabria

Sono 65 quelli che ogni giorno frequentano l’antico edificio posto a un tiro di schioppo dal centro cittadino, da alcuni anni vero riferimento

di Francesco Chindemi

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A Reggio Calabria c'è una Fondazione - chiamata "La Provvidenza" - che è attenta ai minori e ai loro bisogni. Al momento sono una sessantina che frequentano le attività proposte con passione educativa autentica ispirata dai valori evangelici.

Reggio Calabria, la storia della Fondazione "La Provvidenza"

Nel cuore dell’unico quartiere reggino ad aver conservato, anche dopo il terremoto del 1908, la sua antica struttura viaria, fatta di scale e stradine strette e dalla forte pendenza, sorge un grande edificio, dove l’attenzione e la cura per la crescita e i bisogni dei ragazzi, soprattutto in difficoltà, sono di casa. La struttura, edificata ad inizio del secolo scorso a Trabocchetto, era nata per ospitare orfanelle e bambini che hanno perso i genitori durante l’ultimo conflitto mondiale.


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I tempi sono nel frattempo mutati, gli orfanotrofi non esistono più. Il grande edificio, nel frattempo affidato alla Fondazione “La Provvidenza onlus” dell’arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova, continua la sua opera educativa a favore di minori e ragazzi che vivono in particolari condizioni di svantaggio non solo sociale, ma anche educativo.

Qui hanno sede, infatti, i tre centri diurni per minori gestiti dalla Fondazione. Da molti anni, inoltre, “La Provvidenza” si occupa anche di minori stranieri presenti sul territorio reggino, predisponendo per essi programmi specifici indirizzati a favorire l’inclusione sociale. Ogni giorno, qui vengono ospitati circa sessantacinque ragazzi tra bambini ed adolescenti.

La loro giornata tipo inizia subito dopo la scuola. «Prima con il pranzo comunitario, subito dopo con l’attività di doposcuola», spiega Antonio Rotella, direttore amministrativo della Fondazione. Ci accompagna tra i corridoi e gli spazi dell’ex orfanotrofio, oggi sede de “La Provvidenza”. Saliti al primo piano dell’edificio, troviamo il Centro diurno che porta il nome della fondazione.

Le attività sono state avviate nel 2016: «È l’ultimo nato. Lo gestiamo - ancora Rotella - insieme al Comune di Reggio Calabria». Frequentato da ragazzi di età compresa tra i 6 e i 13 anni, le attività vengono svolte in due momenti: oltre al doposcuola, c’è anche uno spazio dedicato al teatro, al gioco, all’animazione e alla creatività. Incontriamo Egizia Scopelliti, educatrice della Fondazione.

Spiega così il lavoro degli operatori: «Il nostro aiuto principale è rendere i nostri ragazzi autonomi, insegnare loro a condividere gli spazi di socialità anche nella vita di tutti i giorni». Una vera e propria opera di affiancamento che ritroviamo anche al piano terra, dove hanno sede i due storici centri diurni de “La Provvidenza”: l’uno intitolato a “Suor Maria Brigida Postorino”, l’altro a “Don Italo Calabrò”, figure carismatiche che hanno posto al centro della loro azione evangelizzatrice l’educazione e l’attenzione per bambini e ragazzi in situazioni di bisogno.

Una presenza silenziosa e allo stesso tempo fondamentale, non circoscritta solo ai tempi e agli spazi in cui, educatori, animatori, pedagogisti, assistenti sociali e volontari, si impegnano a creare un clima accogliente e familiare per i loro ragazzi.


PER APPROFONDIRE: Suor Anselma e la sua vita donata per i bambini di Reggio Calabria


Racconta Agata Aloisio, da tre anni educatrice dei centri diurni: «Donare serenità e affetto non è sempre facile, considerate le condizioni di difficoltà che molti giovani vivono nei rispettivi contesti familiari, ma ci proviamo». Le soddisfazioni non mancano. Sono frutto di un lavoro impegnativo, ma fondamentale, che coinvolge livelli diversi: dai servizi territoriali alla famiglia. L’obiettivo, spiega Annamaria Branca, componente del consiglio d’amministrazione della Fondazione, è «costruire e consolidare un percorso educativo condiviso, incentrato su ogni ragazzo, che sia il migliore possibile».

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