Avvenire di Calabria

Gabriella Nicotra, psicologa e psicoterapeuta, sarà la docente del webinar “Strategie di comunicazione nelle relazioni d’aiuto a distanza” promosso dal Csv “Dei Due Mari”

La riflessione. Studenti, un anno confinati tra tablet e computer

Ecco un suo intervento, in esclusiva per la rubrica settimanale del Csv all'interno di Avvenire di Calabria, in merito agli effetti della Dad sugli studenti durante la pandemia

di Stefania Laganà

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Gabriella Nicotra, psicologa e psicoterapeuta, sarà la docente del webinar “Strategie di comunicazione nelle relazioni d’aiuto a distanza” promosso dal Csv “Dei Due Mari” di Reggio Calabria per i prossimi 26 e 29 aprile. Ecco un suo intervento, in esclusiva per la rubrica settimanale del Csv all'interno di Avvenire di Calabria, in merito agli effetti della Dad sugli studenti durante il tempo del Covid-19.

L’aiuto è prossimità, ma come si può aiutare al tempo del distanziamento sociale?

Durante quest’ultimo anno, in particolar modo, abbiamo scoperto la grande utilità dei mezzi informatici. Le telefonate, le videochiamate, le piattaforme web hanno permesso scambi comunicativi tra le persone anche fisicamente molto distanti. Il Covid e le limitazioni relative alla pandemia ci hanno costretti a trovare nuove modalità comunicative efficaci al fine di proseguire al meglio il nostro lavoro di supporto emotivo, alle persone in difficoltà. Dall’esordio della pandemia, è stato possibile rilevare un incremento di vari disturbi psichici, in particolar modo: paura generalizzata e diffusa, conversioni somatiche, disturbi dell’alimentazione e del sonno, fobie sociali, disturbi d’ansia e di attacchi di panico, depressione, ecc.  Il progredire delle difficoltà nella popolazione con le limitazioni di accesso, almeno inizialmente, nelle varie strutture preposte, ci hanno costretti a trovare nuove soluzioni per fronteggiare questa nuova situazione.

In tutti gli ambiti lavorativi, formativi e sociali c’è stato un cambiamento ed una ristrutturazione dei servizi e delle modalità di fornire aiuto.

Da diversi anni mi occupo di terapia on line, collaborando con una piattaforma Web che offre supporto psicologico e psicoterapeutico per gli Italiani all’estero o per le persone impossibilitate a recarsi in studio a causa della distanza. Questa mia esperienza personale mi ha permesso di conoscere meglio le peculiarità dell’offrire sostegno psicologico a distanza, riuscendo a garantire ugualmente un servizio efficace ed efficiente a coloro i quali si rivolgono a me. Da qui è nata l’idea di offrire il mio contributo al CSV con una formazione on line specifica, per tutti i volontari dei vari servizi presenti sul territorio, al fine di fornire loro competenze sulle strategie di comunicazione nelle relazioni d’aiuto a distanza.  

Noi crediamo, erroneamente, che si possano aiutare le persone, solo stando loro vicine fisicamente, in realtà le restrizioni attuali, ci hanno permesso di individuare nuove modalità per riuscire ad ottenere comunque un aiuto a distanza.

Accade molto spesso che, proprio nelle crisi e nelle difficoltà, noi riusciamo a trovare nuove soluzioni e modalità, attivando le nostre abilità e risorse. Di fronte ad eventi avversi, la nostra abilità di problem solving ci permette di trovare la soluzione più efficace ad un nostro problema, mentre la resilienza è quell’abilità che ci permette di essere flessibili e di adattarci rapidamente a circostanze mutevoli, riuscendo a mantenere emozioni positive. Durante questo difficile anno, tutti noi abbiamo dovuto trovare nuove soluzioni ai nostri problemi, ripianificare la nostra quotidianità, trovare un nuovo equilibrio e un nuovo adattamento.

Quali sono gli strumenti più adatti per instaurare relazioni di aiuto a distanza?

Nella nostra cultura, a differenza di molte altre, siamo soliti salutarci con baci e abbracci, spesso mentre comunichiamo ci tocchiamo per sentirci più vicini ai nostri interlocutori, ci stringiamo le mani, sono tutte forme di comunicazione  molto consuete nella nostra quotidianità.  La situazione attuale e le nuove restrizioni a cui siamo soggetti, ci impone il distanziamento sociale con il suggerimento di evitare il contatto fisico tra persone non conviventi  e l’utilizzo precauzionale delle mascherine, al fine di evitare il contagio e la diffusione del virus. Inevitabilmente questo ha comportato una rivoluzione nell’erogazione dei servizi di aiuto alla popolazione.

Le difficoltà relative alla pandemia hanno decisamente aumentato le richieste di aiuto, soprattutto tra le persone più fragili fisicamente e psicologicamente. Fortunatamente le abilità creative e di adattamento,  alle situazioni avverse, presenti in ognuno di noi, ci hanno permesso di trovare nuove soluzioni per fornire sostegno e vicinanza a chi lo richiede. L’aspetto negativo relativo alle restrizioni circa il contatto e la vicinanza fisica, ci hanno permesso di trovare anche degli aspetti positivi, attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie a nostra disposizione, infatti, abbiamo la possibilità di mantenere attive le interazioni sociali, di sopperire le distanze, di ridurre i tempi di erogazione dei servizi e soprattutto di raggiungere una quantità maggiore di persone.

Il telefono, i social network, le piattaforme web, le varie App che erogano servizi diversi, hanno consentito a tutti noi di affrontare questa difficile situazione, riuscendo comunque a portare avanti la nostra quotidianità.

L’utilizzo di questi strumenti ha inevitabilmente cambiato le nostre modalità comunicative e le relazioni sociali ma  ci hanno permesso di sopperire ad alcune mancanze, sviluppando nuove risorse e abilità.

Le videochiamate sono il mezzo che sicuramente ci permette di avere un contatto visivo oltre che di ascoltare il nostro interlocutore, questa modalità è sicuramente quella più efficace e più vicina al nostro modo consueto di comunicare.  

La formazione che offriremo, nelle due giornate proposte, insieme al CSV, ci focalizzeremo proprio sull’utilizzo di telefonate e/o call e sull’utilizzo delle videochiamate, ovvero sulle modalità comunicative più efficaci dove in un tempo delimitato è richiesta l’erogazione di un nostro servizio. Sull’importanza del contesto “virtuale” dove svolgiamo il nostro lavoro, sulla capacità di comprendere e mettere a fuoco le richieste che riceviamo, sull’abilità degli operatori di riuscire a fornire indicazioni ed il supporto richiesto, sull’importanza della nostra comunicazione che deve risultare chiara, accogliente e rassicurante.   

Il nuovo modo di comunicare, anche alla luce della Pandemia, come ha cambiato le relazioni?

La maggior parte delle nostre relazioni sono cambiate durante questo anno, abbiamo dovuto ridurre i contatti con le persone a noi care, con i nostri familiari, amici e colleghi. Sono cambiate le modalità, dobbiamo stare distanti, evitare i contatti fisici e soprattutto le manifestazioni di affetto. Baci e abbracci sono diventati, paradossalmente, delle “armi pericolose” per la nostra salute fisica a discapito della nostra salute psichica. I momenti di leggerezza e di convivialità sembrano essere, adesso, i luoghi deputati alla diffusione del virus. Quando riusciamo ad incontrarci, dobbiamo mantenere la distanza, evitare il contatto fisico, indossare le mascherine che, a volte, ci fa sentire la fatica nel parlare.

La comunicazione non verbale viene spesso ostacolata dall’utilizzo delle mascherine che ci impediscono la lettura mimica delle nostre espressioni facciali. Le persone con disturbi dell’udito o con difficoltà del linguaggio hanno avuto maggiori difficoltà comunicative a seguito dell’utilizzo dei presidi sanitari. Abbiamo iniziato ad osservarci di più negli occhi, a cogliere maggiormente l’espressione vocale e le tonalità di voce.    

Abbiamo notato maggiori difficoltà tra le persone anziane, i disabili o le persone più fragili, abbiamo dovuto proteggerle restando loro lontani ed accrescendo loro il senso di solitudine. Per vederli e abbracciarli molte strutture hanno aperto la “stanza degli abbracci” con l’utilizzo di teloni di plastica a tutela delle persone fragili, durante i colloqui dobbiamo spesso stare dietro ad un pannello di vetro o di plastica, le terapie riabilitative prevedono l’utilizzo di strumenti alternativi a protezione dell’utenza.   

Per stare vicini ed al sicuro, adesso, dobbiamo rispettare  le distanze ed aumentare le nostre comunicazioni attraverso strumenti informatici alternativi.

I dati statistici ci riportano un aumento notevole delle chiamate telefoniche e delle videochiamate, sono triplicati gli abbonamenti per le connessioni internet domiciliari e molte aziende, ove possibile, hanno preferito concedere ai propri dipendenti lo smartworking piuttosto che interrompere le attività lavorative a causa dei contagi sul posto di lavoro.

Ci sentiamo maggiormente al sicuro mantenendo le distanze e riducendo i contatti sociali e questo ha inevitabilmente costituito dei cambiamenti sostanziali nella nostra quotidianità.

In un momento di difficoltà abbiamo tutti la necessità di sentirci vicini a qualcuno che ci dia conforto e supporto. Tutti gli operatori del sociale hanno dovuto impegnarsi per trovare delle soluzioni alternative al problema, per cercare di preservare la salute dei loro utenti ma, allo stesso tempo, riuscendo ad ottemperare alla loro mission.

I webinar on line hanno sostituito le attività formative, permettendo allo stesso tempo la partecipazione a molte più persone che a causa della distanza magari non potevano presenziare ad un evento, raggiungendo così molte più persone. Le videochiamate o le piattaforme web hanno permesso lo scambio interattivo tra le persone e lo scambio di materiale informatico in modo più rapido ed efficace.

L’esigenza di comunicare e conoscere persone nuove ha determinato un notevole incremento nell’utilizzo di social network e di chat, molti adolescenti e giovani adulti hanno sostituito le piazze cittadine con l’incontro virtuale, fissando appuntamenti in rete per incontrarsi e condividere momenti insieme.

La chiusura delle attività commerciali ha previsto un incremento di acquisti in rete, con una maggiore diffusione di campagne pubblicitarie e spot che spingano gli acquirenti a comprare i più svariati prodotti.

I ricongiungimenti familiari e amicali spesso si svolgono attraverso l’utilizzo di videochiamate, questo sicuramente non può sostituire la vicinanza fisica e la piacevolezza nella condivisione di momenti di convivialità o di eventi importanti delle nostre vite ma può comunque allietarci in un momento così complicato, aiutandoci ad affrontare meglio questa situazione.

Quello a cui stiamo assistendo è un radicale cambiamento della comunicazione e delle nostre relazioni, in tutti i settori della nostra vita.  Abbiamo scoperto che a volte davamo per scontate alcune situazioni ed alcune persone e nel momento in cui ne siamo stati privati, ne abbiamo riconosciuto il valore e l’importanza.  

Anche l’insegnamento in quest’ultimo anno è stato vissuto per lo più a distanza. Qual è la sua valutazione sulla Dad?

In diversi paesi esteri, l’erogazione della formazione scolastica a distanza, è una modalità collaudata ed utilizzata a prescindere dall’esordio della pandemia. In Europa, solo a seguito delle restrizioni relative al Covid ed al protrarsi dei tempi di lockdown si è deciso di iniziare ad erogare tali prestazioni. Alcune scuole sono riuscite ad organizzarsi velocemente, attivando piattaforme web dove i ragazzi riuscivano a seguire normalmente il programma scolastico, altre invece hanno avuto maggiori difficoltà. Quello che noi professionisti abbiamo avuto modo di rilevare è stata la disomogeneità nell’erogazione dei servizi perché ogni scuola doveva autonomamente organizzarsi trovando nuove modalità e nuovi strumenti.

Alcuni ragazzi, in diverse città di Italia, a causa delle difficoltà economiche, non avevano a disposizione dei supporti informatici per potersi collegare e sono stati penalizzati. Solo successivamente, rilevando queste difficoltà, le scuole hanno richiesto ausili gratuiti per le fasce più deboli. 

Ho avuto modo di riscontrare che alcuni docenti si sono trovati in grosse difficoltà poiché non sapevano utilizzare i programmi informatici e le piattaforme, pertanto alcuni di loro apparivano più impreparati dei loro allievi nell’utilizzo di questi strumenti. Gli adolescenti, infatti, rispetto agli adulti, hanno maggiori capacità di adattamento e di apprendimento di queste nuove tecnologie.

 I docenti hanno faticato a trovare nuove modalità comunicative per fornire il loro insegnamento, ma anche e soprattutto per verificare il loro lavoro e per le interrogazioni. Ultimamente abbiamo avuto notizia di alcuni casi in cui, gli insegnanti, accorgendosi che i ragazzi in piattaforma copiavano o leggevano i loro appunti durante le interrogazioni, hanno chiesto loro di bendarsi o di sottoporsi alle interrogazioni ad occhi chiusi. Queste modalità risultano essere fortemente scorrette ed umilianti con ripercussioni sull’autostima e quindi sulla personalità dei ragazzi. Queste modalità evidenziano esclusivamente l’incapacità di noi adulti di stare al passo con l’evoluzione dei nostri ragazzi.

Per quanto riguarda l’erogazione della Dad, attivata nelle scuole elementari, si è potuto notare la difficoltà di molti bambini a rimanere seduti per molto tempo a seguire le lezioni dal PC. I bambini nella fase di scolarizzazione imparano a trascorrere il loro tempo in classe seduti, a rispettare la turnazione della parola, imparano a socializzare con i compagni, molti di loro non avevano dimestichezza con l’utilizzo dei supporti informatici, etc. I genitori si sono ritrovati a dover sopperire al ruolo degli insegnanti con tutte le difficoltà annesse e ci riportano come reazioni, crisi di pianto, frustrazione, disinteresse, difficoltà di concentrazione, fatica a star seduti per troppo tempo, difficoltà nell’interazione con i compagni e le insegnanti, difficoltà a seguire le lezioni per problemi di connessione internet, problemi nella gestione degli spazi all’interno delle abitazioni con più minori soggetti contemporaneamente alla Dad,  in alcuni casi le insegnanti sono state costrette ad interagire esclusivamente con i genitori per fornire loro i compiti e le spiegazioni sulle metodologie da adottare con i figli.  

Ancor più difficile è risultata la gestione dei ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento o con handicap, dove, in molti casi, sono stati esclusi dall’erogazione del servizio. Le famiglie sono state costrette a ricorrere a servizi esterni per aiutare i loro figli.

Da diversi anni si sente dire ormai che la scuola necessita di un cambiamento e la pandemia ha solo evidenziato questa necessità. I ragazzi hanno subito, durante questo anno, l’incapacità di noi adulti a fornire loro un aiuto concreto e facilmente fruibile ai servizi formativi ed i dati relativi all’aumento, in questo ultimo anno, della dispersione scolastica ci indicano proprio il nostro fallimento.

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