Avvenire di Calabria

Sono passati diciotto anni dalla fondazione della cooperativa agricola Comunità Sant'Arsenio di Armo: una realtà che semina fatti di bene

La maggiore età della cooperativa Comunità Sant’Arsenio di Armo

Tutto nasce e si sviluppa in parrocchia; successivamente anche l'adesione al Progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana

di Federico Minniti

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Sono passati diciotto anni dalla fondazione della cooperativa agricola Comunità Sant'Arsenio di Armo: una realtà che semina fatti di bene in Calabria. Tutto nasce e si sviluppa in parrocchia; successivamente anche l'adesione al Progetto Policoro della Conferenza episcopale italiana.

Comunità Sant'Arsenio, una storia fatta di impegno e passione

Sulle colline di Reggio Calabria da diversi anni è nata una realtà davvero interessante: stiamo parlando della Cooperativa agricola “Comunità Sant’Arsenio” di Armo, una realtà che pone come imperativo categorico il consumo critico e “local”. Ne abbiamo parlato con la presidente Katia Macheda.

Cooperativa Comunità Sant’Arsenio di Armo, ci può raccontare da dove nasce?

La Comunità Sant’Arsenio è stata fondata da un sacerdote e un gruppo di 26 giovani nel 2005. Nasce da tre anime fondamentali: l’entusiasmo e l’energia di quel gruppo di giovani, un sacerdote con una grande capacità profetica e da adulti che, dietro le quinte, sono stati capaci di ascoltare e dare gambe ed ali ai loro sogni. Il salone della parrocchia è stato l’embrione dove si è sviluppato questo sogno che va avanti ormai da 18 anni e che, quotidianamente, genera fatti di bene.


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Come si è sviluppato fino a oggi questo percorso?

I primi tempi li abbiamo dedicati a una grande opera di bonifica: i terreni dove ci troviamo ad operare, infatti, erano abbandonati con case diroccate con la precisa idea di farne punti di ospitalità (cosa che oggi accade) e c’era la grotta di Sant’Arsenio, monaco basiliano che viveva lì nell’800. Abbiamo, poi, avviato un percorso di laboratori didattici per le scuole, la lavorazione degli agrumi in marmellata, la creazione della nostra fattoria fino al progetto della raccolta differenziata a bordo degli asini lungo le vie del nostro borgo.

Nella vostra identità risalta la vocazione a valorizzare il territorio e ciò che di buono esso produce. Quali sono le difficoltà che incontrate nel farlo?

Nel nostro piccolo cerchiamo di seminare bellezza e serenità partendo dalle relazioni. Ci sforziamo di mantenere accogliente i luoghi in cui operiamo. Le difficoltà ci sono, come, ad esempio, una certa reticenza alla cooperazione: ci si limita a coltivare il proprio orticello senza credere nel lavoro comune.

Se dovesse rivolgersi a un giovane reggino gli consiglierebbe di fare la vostra stessa scelta?

Senza dubbio di sì. La nostra esperienza è di un gruppo di giovani che ha creduto in un sogno fidandosi di Dio che accompagna e segna la strada. Le attività prendono forma passo dopo passo.


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Può raccontare i vostri “progetti per il futuro”? Cosa aspetta la Cooperativa Comunità Sant’Arsenio nel medio-lungo periodo?

La creazione di un orto sociale in cui ci saranno delle attività pensate per i giovani e la creazione di un parco tematico con un focus sulle vocazioni della cooperativa.

Cos'è il Progetto Policoro?

Il progetto Policoro è un progetto promosso dalla CEI ed attivo in 15 regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Molise, Sardegna, Sicilia, Lazio, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Marche).

Il suo scopo originario era quello di aiutare i giovani del Sud dell'Italia disoccupati o sottoccupati a migliorare la propria condizione lavorativa sia tramite la formazione e l'informazione personale sia con la fondazione di cooperative o piccole imprese; con il tempo queste attività si sono però estese anche a varie regioni dell'Italia settentrionale.


PER APPROFONDIRE: «Andate avanti con coraggio!»: papa Francesco incoraggia il Progetto Policoro della Calabria


Il progetto Policoro nasce per iniziativa di Mario Operti, un sacerdote saviglianese che negli anni settanta fu tra i protagonisti del rilancio della Gioventù operaia cristiana in Italia e che, in seguito, divenne responsabile nazionale della Pastorale del Lavoro.

Il 14 dicembre 1995, subito dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo, tre organi nazionali della CEI (pastorale giovanile, pastorale del lavoro e Caritas) si incontrano a Policoro (MT) con i rappresentanti delle diocesi di Basilicata, Calabria e Puglia per riflettere sulla disoccupazione giovanile e sui problemi del mondo del lavoro specifici dell'Italia meridionale.

Nacque così il Progetto Policoro, che negli anni successivi si estese anche ad Abruzzo, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia coinvolgendo 70 diocesi del Mezzogiorno.

In 15 anni di attività il progetto ha promosso la nascita di oltre 500 esperienze lavorative (in particolare consorzi, cooperative e piccole imprese) le quali a loro volta avrebbero creato circa 4.000 nuovi posti di lavoro. Alcune tra queste piccole imprese hanno ricevuto in gestione terreni confiscati alla mafia.

Oltre a quelle del meridione sono state coinvolte nel progetto anche alcune diocesi del nord-Italia, portando il totale delle diocesi aderenti sopra le 90.

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