Fare l’assessore non è cosa semplice. Essere la responsabile di un bilancio «vincolato» da un piano di rientro massiccio diventa quasi un’impresa impossibile. Lo sa bene Irene Calabrò, avvocatessa reggina, moglie e madre di un bimbo di cinque anni. Entrata nella squadra di governo della città di Reggio Calabria dopo il primo rimpasto di giunta (24 dicembre 2016), la sua esperienza in realtà era passata dalla prova delle urne divenendo la prima dei non– eletti per il Psi, alleato del Pd, nella maggioranza a Palazzo San Giorgio.
Riavvolgiamo il nastro. Un anno e mezzo da assessore al Bilancio del Comune di Reggio Calabria. Se lo aspettava?
Quando mi sono messa in gioco, l’ho fatto da donna appassionata della sua Città. Volevo imprimere un apporto pratico per contribuire al risveglio delle coscienze dopo gli anni del Commissariamento. Non me l’aspettavo di essere coinvolta in questo modo, ma devo dire che non ho mai pensato di dire «no» rispetto a questa responsabilità.
Eppure i primi passi sono stati sin da subito alquanto complicati.
Tre giorni dopo il mio insediamento è arrivata la bocciatura del Piano di rientro predisposta dal mio predecessero (l’attuale vicesindaco Armando Neri, ndr). Da quel momento abbiamo lavorato duramente per far comprendere le nostre ragioni alla sezione regionale della Corte dei Conti che aveva cassato quel documento. Abbiamo ottenuto il massimo: ossia che il Piano rimanesse per i prossimi trent’anni, ma con finestre di valutazione decennali.
Insomma, ci sta dicendo che per le tasche dei reggini, da quì a breve, cambierà davvero poco.
Bisogna agire nella verità. Dobbiamo dire ai nostri concittadini che in queste condizioni fare politica è impossibile. La mia azione è volta a stabilizzare la legalità nel mio settore di competenza unitamente alla trasparenza e alla presenza costante negli uffici.
Cosa intende?
Che ognuno deve esercitare il proprio ruolo. Da par- te mia non posso pensare di seguire il bilancio comunale senza vivere il “Palazzo”. A tutti i privati cittadini che chiedono conto della nostra azione ammini-strativa li ho sempre invitati a vedere da vicino le difficoltà della macchina burocratica. La Città ha il diritto di essere messa al corrente di quanto stiamo facendo.
Eppure la «politica degli annunci» campeggia, spesso e volentieri, anche dalle parti del Sindaco Falcomatà.
Voglio specificare un aspetto: l’azione di ogni singolo assessore è condiviso e supportato dall’intera Giunta comunale. Quando si annunciano nuovi progetti, questi, non rientrano nelle voci del bilancio, ma da tutte le forme di finanziamento esterno quali Decreto Reggio, fondi comunitari e Patti per il Sud.
Lei parla di coesione dell’esecutivo, ma in questi primi anni di governo non sono mancati i tempi «tellurici » anche con lei. Tutto rientrato?
In occasione della vicenda del dimensionamento scolastico ho apertamente contestato l’operato del Sindaco. Se devo difendere la città, certamente, non mi farò mai condizionare da ordini di scuderia.
Lei sostiene che fare politica, così, è impossibile. Eppure c’è la sensazione che ci sia già bagarre elettorale?
Non rimpiango nulla di quello che ho fatto, – ci dice l’assessore interrotta dalla commozione – ma posso garantire di percepire una responsabilità immensa. Troppo spesso è solo la classe politica a pagare, mentre delle volte manca un adeguato supporto tecnico. Adesso non so cosa ci attende, sotto il profilo elettorale, di certo proseguiremo a lavorare su dati certi per consegnare un bilancio virtuoso a chi dovrà governare la Città per i prossimi anni.