Avvenire di Calabria

L'arcivescovo Ordinario Militare ha inviato il consueto messaggio ai soldati impegnati nelle operazioni di Pace

L’augurio di monsignor Marcianò al contingente militare italiano

Redazione Web

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di Santo Marcianò * - Natale diventa spesso festa delle luci, dei regali, dei consumi, delle corse dei rumori… Ma il Natale è nuovamente qui e attende di essere trasformato in ciò che è: Santo! E tu puoi farlo.

Tu puoi trasformare il Natale delle luci nel Natale della Luce. Facendo spazio alla Luce vera che illumina ogni uomo e che rischiara le tenebre profonde, quelle che ci fanno paura, quelle che invadono la nostra anima quando non troviamo il senso della vita che viviamo, delle cose che facciamo, e non ci lasciamo invadere dalla sfida perenne dell’Amore. L’Amore è qui: è Figlio tra le braccia di Giuseppe e Maria, è Povero sotto gli occhi dei pastori, è Re umile e giusto dinanzi al quale si inchina la sapienza dei magi… Inchinati anche tu!

Se lo fai, puoi accogliere in te il Mistero del Dio che si fa Uomo e trasformare il Natale dei regali nel Natale del Dono. Puoi riscoprire che ciò che importa non è “fare” regali, magari oggetti preziosi per la bella figura, ma “essere” un dono per l’altro. Dono per la tua famiglia anzitutto: non la trascurare, mettila sempre al primo posto, non disprezzare le gioie semplici che vengono dall’amore coniugale, dalla vicinanza ai tuoi figli, dalla fedeltà e dalla perseveranza. Dono per i colleghi, con i quali condividi il cammino difficile e la responsabilità lavorativa, anche per coloro con i quali le relazioni sono più complesse o conflittuali. Dono per i poveri, per i tanti che hanno bisogno di te; basta alzare lo sguardo dai nostri egoismi e dalle nostre chiusure e, in ogni momento, ne troviamo qualcuno.

Così, trasformerai il Natale del consumismo nel Natale del consumarsi. Chi ama si consuma sempre, come si è consumato Gesù per noi: dalla mangiatoia di Betlemme fino al Calvario della Croce. E questo voi militari sapete farlo bene. Siete abituati a consumarvi nel servizio fino a consumare la vita, nella certezza che la vita di coloro che difendete è sacra e vale tutto, anche il nostro sacrificio. A nulla serve agitarsi nel consumare risorse ed energie per organizzare il Natale se non si arriva a cogliere e accogliere questa profonda verità.

Per questo, devi trasformare il Natale delle corse nel Natale della contemplazione. Fermati a guardare il Presepe! Comprendi che ogni nostro sacrificio, ogni nostro atto d’amore è possibile perché siamo stati preceduti da un Bambino che l’Amore ha portato nel mondo e ha insegnato al mondo. L’amore che vince la violenza e la guerra, che ristabilisce tra gli uomini il senso di responsabilità e di fraternità, la cura per il bene comune e per il mondo che ci è donato. Se ti fermi davvero, potrai ripartire da Lui e, con Lui, affrontare la missione che, da militare, sei chiamato a vivere con una riserva d’amore che può trasformare il mondo.  

Sì, l’Amore di Dio che nel Natale si fa Uomo trasforma il mondo e lo trasforma senza far rumore; e tu trasformi il Natale dei rumori che distraggono nel Natale del silenzio che lavora. Mi piace dare un nome speciale a questo silenzio, al silenzio nel quale e per il quale voi, cari militari, operate ogni giorno: nelle nostre città e strade, nelle nostre emergenze e calamità, nelle nostre operazioni ordinarie e straordinarie, nelle delicate missioni internazionali e nella delicata accoglienza di chi fugge dalle proprie nazioni. Questo silenzio che il Natale porta e che tu servi si chiama «pace». Sì. Nel silenzio di ogni missione che ti è affidata, tu servi la pace tra gli uomini, così come, nel silenzio di Betlemme, Gesù, il Principe della Pace, si è fatto Bambino per servire gli uomini. Non ti dimenticare di Lui. Trasforma il tuo Natale nel Suo Natale. E sarà un Natale Santo.

* Arcivescovo Ordinario Militare

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