Avvenire di Calabria

È quanto emerge dall'ultimo report economico delle politiche del lavoro pubblicato dalla Cittadella regionale

Occupazione femminile, Calabria ancora in ritardo. La Regione: «Impegnati a garantire parità»

L'assessore Giovanni Calabrese: «Per rendere più partecipi le donne al mercato del lavoro abbiamo già attivato diversi strumenti»

di Redazione Web

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Nel 2022 tra la popolazione attiva (15-64 anni) in Calabria, la percentuale delle donne è più alta (il 50,5%) rispetto a quella espressa a livello nazionale che è del 50%. Tra la popolazione attiva, però, sono evidenti le maggiori discrasie rispetto al dato nazionale: le donne che risultano occupate sono il 36,9%, mentre in Italia tale dato è del 42,5%, 5,6 punti percentuali in più rispetto al dato regionale.


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Le donne che sono alla ricerca di un’occupazione rappresentano il 42,8% del totale mentre in ambito nazionale tale percentuale è comunque maggiore di 6,9 punti percentuali (il 49,7%). Rispetto agli inattivi la situazione è molto meno differenziata tra il dato regionale e quello nazionale. Le donne che non lavorano e che non sono interessate a creare lavoro sono il 63,7% in Calabria, mentre in Italia rappresentano il 63,2%. Una differenza - come si evince - di mezzo punto percentuale.

A scattare la fotografia, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, è l’osservatorio/laboratorio economico territoriale delle politiche del lavoro del Dipartimento lavoro ha predisposto un rapporto preliminare (bollettino n.11) avente come focus "La parità di genere nel mercato del lavoro in Calabria".

Parità di genere nei luoghi di lavoro, l'analisi della Regione Calabria

Si tratta di un report che delinea la situazione attuale, in Italia e nella nostra regione, del sempre maggiore ed esistente dibattito attorno a tali temi, anche in termini statistici e di monitoraggio. Del resto, è innegabile che, ancora oggi, nonostante le numerose politiche intraprese per le pari opportunità, queste, non sembrano aver trovato una compiuta applicazione sociale ed economica, a partire dalla condizione femminile nel mercato del lavoro.


PER APPROFONDIRE: Gender gap, quando le discriminazioni sono sul luogo di lavoro: il dato in Calabria


Il lavoro analitico presentato, afferma l'assessore regionale al lavoro Giovanni Calabrese, «permette di avere un quadro dettagliato anche sugli interventi e le misure da adottare per incrementare l’occupazione femminile e le politiche attive, studiando i dati e le esigenze del territorio».

La strada da percorrere e gli interventi previsti per incentivare l'occupazione femminile in Calabria

«Dall’analisi e dai dati pubblicati – specifica Calabrese - si evince che sarà necessario continuare a lavorare su una nuova cultura, basata sulla parità di genere nel lavoro, al fine di garantire una crescita positiva ed equa della società, sia a livello nazionale che regionale. Esistono azioni concrete e strategie specifiche da implementare e raggiungere, al fine di garantire pari opportunità di carriera, formazione e crescita professionale ad ognuno, sostenendo l’inserimento delle donne anche in ruoli manageriali e decisionali e in posizioni di vertice, per finalmente rompere il cosiddetto tetto di cristallo. Il mio assessorato riconosce l'importanza cruciale dell'occupazione femminile come motore di crescita per il Paese e per la nostra regione, pertanto ha posto la promozione del lavoro femminile e della parità di genere al centro delle proprie priorità di intervento».

«La strada verso la parità di genere, specialmente in Calabria è ancora lunga. Sostenere attivamente le donne nella loro carriera professionale non solo arricchisce le imprese con una maggiore diversità e competenze, ma stimola anche l'innovazione e porta a risultati di qualità superiore», spiega l'assessore al lavoro.


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Con gli interventi previsti dal Pr Calabria Fesr Fse+ 21-27 in fase di avvio – sostiene infine l’assessore Calabrese - «si intende promuovere una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro mediante il supporto ad iniziative imprenditoriali assicurando contestualmente parità di condizioni e un migliore equilibrio tra vita professionale e vita privata». Il report è consultabile a questo link.

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