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Calabria, uno studio di Unioncamere e Anpal analizza le opportunità di lavoro: se aumentano le assunzioni previste nel primo trimestre, resta altresì negativa l'analisi del reddito pro capite in Calabria.
A gennaio in Calabria si prevedono più di 7mila ingressi nei settori dell’industria e dei servizi, oltre 20mila fino a marzo. La regione resta maglia nera per reddito pro capite, con lievi incrementi rispetto al pre-Covid.
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L’occupazione resta una delle note dolenti dell’economia e della società calabresi. L’uscita dall’emergenza pandemica ha sì mostrato un andamento verso l’alto dei vari indicatori ma non sempre in misura pari alle performance di altre regioni. Certo, la realtà calabrese è assai diversa anche al suo interno, dove si registrano prospettive differenti tra le cinque province.
Secondo uno studio Excelsior di Unioncamere e Anpal, le prospettive per il mese di gennaio del nuovo anno sono quelle di 7.120 nuovi ingressi nel mercato del lavoro, che potrebbero diventare 20.080 nel periodo gennaio-marzo, con una differenza positiva di 3.940 unità se si guarda allo stesso trimestre dello scorso anno e di 1.390 allo stesso mese.
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Numeri senz’altro positivi perché indicano movimento all’interno del mercato del lavoro, ma che restano comunque “fragili” perché spesso si tratta di contratti a tempo determinato o di somministrazione; tipologie che lasciano intatta la precarietà del posto di lavoro. A trainare l’occupazione secondo i dati sarà la provincia di Cosenza, seguita da quella di Catanzaro, poi Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria.
A livello nazionale sono previste per questo mese complessivamente 504mila assunzioni (1,3 mln nel trimestre): è chiaro che il dato calabrese risulta molto “leggero” nel calderone generale che vede 173.790 ingressi nell’ambito industriale e 329.880 in quello più ampio dei servizi, dal commercio ai trasporti, dalla ristorazione e turismo ai media e finanza.
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