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Lavoro irregolare in due aziende ispezionate su tre. Nei primi 11 mesi del 2017 l’Ispettorato nazionale del Lavoro ha effettuato 150.651 controlli trovando irregolarità nel 65% dei casi. Mentre i lavoratori totalmente in nero sono risultati 43.792, uno ogni due aziende irregolari. Nel mirino soprattutto le cooperative 'spurie' e il fenomeno del caporalato. Mano pesante, dunque, come avverte il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso di una conferenza stampa, perché, «su questi fenomeni non ci può essere tolleranza. Chiediamo a tutti i protagonisti di essere responsabili. Non vogliamo si propongano le stesse prestazioni al 30% di meno. Chi lo fa froda la legge. È un prodotto taroccato e noi il taroccamento lo combattiamo».
I risultati dunque arrivano, come spiega il capo dell’Ispettorato, Paolo Pennesi, perché «interventi finalmente unitari hanno una maggiore incisività». Assicurando che i casi Amazon e Ryanair continuano a restare nel mirino degli ispettori. Non si tratta solo di lavoro nero. Infatti, come sottolinea il capo del terzo reparto operazioni della Guardia di Finanza, generale Stefano Screpanti, «i pagamenti in nero si fanno quasi sempre con fondi neri, frutto di altri reati come evasione fiscale o false fatturazioni. Gravi violazioni che permettono di risparmiare sul costo del lavoro». E gli interventi, elenca la direttrice dell’Inps Gabriella De Michele, hanno permesso di individuare 27mila falsi lavoratori, recuperare 300 milioni, bloccare 500 milioni di prestazioni non dovute. I riflettori sono puntati soprattutto sulle cooperative 'spurie', «realtà pseudoimprenditoriali che invece di perseguire scopi mutualistici hanno agito in spregio dei diritti dei lavoratori e delle regole della sana concorrenza solo per massimizzare il profitto», denuncia Poletti, annunciando una norma ad hoc contro questo fenomeno inserita nella manovra economica.
Una scelta alla quale plaude Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative. Due le operazioni citate. Quella alla M&G, alla quale sono state contestate e recuperate operazioni per 25 milioni di euro. Sono state inoltre accertate 16mila denunce retributive omesse e 52mila denunce retributive irregolari e 9,7 milioni di conguagli non dovuti. Alla Castelfrigo e a quattro cooperative invece sono stati addebitati oltre 1 milione di euro a titolo di contributi e sanzioni civili, e sono state contestate oltre 120mila euro a titolo di sanzioni amministrative per le violazioni accertate. Nel mirino anche il caporalato. Secondo i dati dell’Ispettorato, ancora parziali, l’attività di contrasto al fenomeno conta nel solo settore agricolo oltre 6.600 accertamenti con un tasso di irregolarità superiore al 50% e un numero di lavoratori interessati dalle violazioni superiore a 4.400 di cui oltre 3mila in 'nero', quasi il 70%. Dall’entrata in vigore della riforma del 2016 fino allo scorso novembre si sono registrate 100 deferimenti all’autorità giudiziaria e 28 arresti. «La legge sta funzionando e ci permette di usare strumenti investigativi più efficaci – conferma il comandante dei Carabinieri per la tutela del lavoro, colonnello Nicodemo Macrì –. Abbiamo potuto riscontrare, molto spesso, la complicità degli imprenditori coi caporali. Ma era prevedibile, non potevano non sapere».
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