
Una firma che vale carità speranza e accoglienza
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L’Azione cattolica diocesana di Reggio Calabria - Bova dà avvio all’anno associativo. Lo ha fatto con due appuntamenti formativi dedicati alla dimensione relazionale dell’ascolto. Un tema che certamente è abbastanza studiato soprattutto da chi riveste un ruolo educativo.
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Nell’era digitale, poi, in cui anche i meno esperti possono dire di essersi imbattuti almeno una volta in un webinar o in un semplice video sull’importanza e sulla complessità dell’ascolto. Chi può dire di non conoscerne già i fondamenti teorici: tempo dedicato, capacità di fare silenzio, pazienza dell’attesa, libertà da pregiudizi? E tanto, tanto altro ancora si conosce o per lo meno si è già sentito.
Il primo incontro si è tenuto il 29 settembre scorso. Circa cento soci di Azione cattolica, tra presidenti e consiglieri provenienti da tante parrocchie dell’arcidiocesi reggina-bovese, che vi hanno preso parte. Persino le parole di papa Francesco tratte dall’enciclica “Fratelli tutti” e scelte come introduzione all’incontro potrebbero risultare scontate nella loro semplice enunciazione. «Il mettersi seduti ad ascoltare l’altro, caratteristico di un incontro umano, è un paradigma di atteggiamento accogliente, di chi supera il narcisismo e accoglie l’altro, gli presta attenzione, gli fa spazio nella propria cerchia».
Formarsi, tuttavia, non vuol dire soltanto apprendere nozioni. «Formarsi significa prendere forma, e la forma è quella di Gesù che ascolta e guarisce, che ascolta e libera!». È da questo messaggio che l’Azione cattolica diocesana vuole ripartire. Ed è qui che vuole ritornare! Un’associazione che vuole mettersi in ascolto sceglie ancora una volta di porre al centro la persona, il bambino, il giovane, l’adulto di oggi, con le domande di oggi. Le incertezze e le paure di oggi.
Suor Maria Aronica, psicologa, dei Piccoli Fratelli e Sorelle di Maria Immacolata, e Maria Angela Ambrogio, Direttrice della Caritas diocesana, invitate a relazionare il primo giorno, hanno ribadito in più passaggi che non c’è ascolto se non c’è prima di tutto una decisione autentica, una scelta precisa di attraversare le situazioni dell’altro. L’ascolto, quello vero, ci cambia e presuppone sempre l’amore.
Cosa c’è di nuovo allora in questa proposta formativa di Azione cattolica? Il «Noi», il nostro mondo interiore, la nostra scelta di prossimità, la nostra decisione di aprire il cuore, oggi: «Effatà, apriti!». Formarsi sulle questioni legate all’ascolto significa «verificarsi» sul proprio reale livello di coinvolgimento nei confronti di chi ci sta accanto. E domandarsi: «Mi interessa davvero quello che stai dicendo? O applico regole e tecniche, ma non metto il cuore in quello che sento? Ti riconosco nella tua unicità o ti ascolto per portarti verso di me, dentro schemi rassicuranti, verso le mie risposte che non recepiscono nemmeno le tue domande?».
Dinnanzi a queste sollecitazioni nessuno può sentirsi formato. D’altronde il Papa non avrebbe urgenza di ricordarcelo ancora: «Il mondo di oggi è in maggioranza un mondo sordo».
A noi educatori, quindi, due compiti essenziali. Il primo, ascoltare le domande: quelle degli adulti chiamati ad abitare con responsabilità un tempo singolare e complesso; quelle dei giovani, desiderosi di futuro, ma anche incerti e a volte soli; quelle dei bambini e del loro bisogno di sentirsi accolti ed amati. Il secondo, aspettare, aspettare con gli altri, aspettare accanto agli altri in una dimensione di attesa fiduciosa, gioiosa e paziente, aspettare che Dio operi dentro la storia di ciascuno: «Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4, 21).
* Responsabile comunicazione Azione cattolica Reggio Calabria - Bova
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