Avvenire di Calabria

A Milano la prima occasione per gli uffici missionari diocesani di partecipazione unitaria ad un evento a carattere nazionale

Le diocesi calabresi al Festival della Missione

Diverse le tematiche affrontate durante l'evento promosso da Fondazione Missio e Conferenza degli Istituti missionari presenti in Italia

di Redazione Web

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Il mese missionario si è aperto all'insegna del confronto e della riflessione, grazie al Festival della Missione: prima occasione per gli uffici missionari delle diocesi della Calabria di partecipazione unitaria ad un evento a carattere nazionale.

Su impulso della Commissione Missionaria in seno alla Conferenza Episcopale Calabra, presieduta dall’arcivescovo di Rossano Cariati monsignor Maurizio Aloise, gli uffici missionari delle diocesi calabresi hanno partecipato nei giorni scorsi alla seconda edizione del Festival della Missione, promosso da Fondazione Missio – organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana – e dalla Conferenza degli Istituti Missionari presenti in Italia e ospitato dall’Arcidiocesi di Milano.


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Il Festival è un tempo e uno spazio di festa, riflessioni, esperienze in cui narrare la fede così com’è vissuta nelle periferie. Il tema scelto per il Festival è stato “Vivere per dono”: tre parole dense di significato, che hanno fatto da filo conduttore per tutte le iniziative promosse e organizzate e da nucleo di riflessione per quelle di confronto e formazione.

La testimonianza delle diocesi calabresi al Festival della Missione

Per la Calabria erano rappresentate le Diocesi di Cosenza – Bisignano, Lugro, Locri-Gerace, Catanzaro – Squillace, San Marco Argentano-Scalea, Oppido-Mamertina-Palmi e Rossano-Cariati, con la coordinazione di don Enzo Malizia segretario regionale della Commissione Missionaria calabra.

La partecipazione al Festival, maturata già sotto la presidenza di monsignor Francesco Oliva Vescovo di Locri Gerace, ha rappresentato la prima occasione per gli uffici missionari diocesani di partecipazione unitaria ad un evento a carattere nazionale.

Ciò ha permesso di condividere emozioni, riflessioni, occasioni di incontro e confronto con altre realtà dislocate su tutto il territorio nazionale. L’esperienza ha anche donato rinnovato slancio alle progettualità degli uffici e gettato le basi per intraprendere un cammino unitario improntato allo spirito sinodale che oggi la Chiesa chiama a percorrere.

Cosa significa essere missionari oggi

Le tematiche affrontate durante i 4 giorni del festival hanno suscitato numerose riflessioni, partendo dall’assunto che nessuno deve sentirsi escluso e che ognuno è chiamato in prima persona a dire il proprio sì. Nessuno può essere “telespettatore” indifferente rispetto alle richieste di aiuto che la nostra madre terra implora: ciascuno è custode del creato e deve sollecitare le istituzioni affinché intervengano per il bene di tutti. Essere missionari è anche questo, come afferma il Cardinale Zuppi, «ritrovare se stessi partendo dagli altri». Fino a quando non ci sarà la consapevolezza che da soli non possiamo fare niente, fino a quando non si avvertirà la necessità di partire dall'altro non potremmo fare niente.

Le tante testimonianze ascoltate durante il festival hanno sottolineato come il vivere richiama «un viver per…», ovvero per chi oggi ha bisogno di me, te, noi. Io vivo in relazione agli altri, come ha affermato anche padre Gigi Maccalli, rapito in Niger o suor Nelly Leòn, con la sua esperienza di 18 anni nelle carceri femminili di Lima, ed anche come ci ricorda l’esempio dell'ambasciatore Luca Attanasio, assassinato nella Repubblica Democratica del Congo.


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Storie di impegno missionario che fanno comprendere che tutti sono chiamati, o meglio «tutti siamo dono per… tutti» partendo dal vivere quotidiano. Ognuno è chiamato a farsi toccare ogni giorno dallo sguardo di Gesù che invita ogni giorno a mettersi a servizio di tutti.

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