Avvenire di Calabria

C'è una classifica che vede la Calabria tra le regioni più virtuose: è quella relativo all'indebitamento

Le famiglie calabresi al riparo

Francesco Bolognese

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La gravissima crisi economica, che si è abbattuta come un ciclone sul mondo, «resiste» in modo particolare laddove i «fondamentali » erano alquanto leggeri. E nel Vecchio Continente ci sono parecchi Paesi in difficoltà, Belpaese compreso. «Dal 2010 al 2016 la variazione del debito nazionale delle famiglie consumatrici è stato del +8,8 per cento mentre l’inflazione del +7,4 per cento. Tuttavia, va segnalato che dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono scese costantemente fino al 2014, per ritornare a salire negli anni seguenti fino a raggiungere il livello record di 525,9 miliardi di euro nel 2016». Il debito, secondo l’ufficio studi degli artigiani di Mestre, «è quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc». L’entità del debito è alquanto preoccupante: «le famiglie italiane sono mediamente indebitate per un importo pari a 20.341 euro». Per quanto concerne la geografia del debito, il quadro nazionale evidenzia tra le più indebitate «le famiglie che vivono in Lombarde». Infatti «al primo posto ci sono quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza– Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro. Le meno esposte in questa graduatoria, invece, sono le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un’esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro. Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.072 euro». Sarebbe una buona notizia per Reggio e dintorni se a fronte di codesti numeri ci fosse un diverso e più consistente Pil, che invece è tra i più bassi d’Europa.

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