Avvenire di Calabria

Da alcuni anni, il numero di nuovi nati segna un record negativo nella serie storica

Quando la povertà diventa un “affare” di famiglia. Sempre più nuclei numerosi in difficoltà

La Calabria è tra le prime quattro regioni italiane dove vi è un'incidenza più elevata di nuclei con più di tre figli

di Redazione Web

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Gli ultimi dati rilasciata da Istat confermano la tendenza per cui al crescere del numero di figli, cresce la povertà del nucleo familiare. Ancora secondo l'Istat ammontano al 22,3% le famiglie con almeno 3 minori in povertà assoluta, mentre tra i nuclei di almeno 5 componenti il 22,5% è povero. Sono in tutto 10, inoltre, le province italiane dove oltre il 6% delle famiglie ha almeno 5 componenti. Napoli è il capoluogo con più famiglie numerose.

Calabria, tra le regioni con incidenza maggiore di famiglie numerose

La Calabria è tra le prime quattro regioni italiane dove vi è un’incidenza più elevata di famiglie numerose. la Campania è di gran lunga quella con l’incidenza più elevata di famiglie numerose: 7,6% dei nuclei, a fronte di una media nazionale pari al 4,7%. Seguono il Trentino-Alto Adige (6%) e 3 regioni del mezzogiorno: Sicilia (5,3%), Calabria (5,2%) e Puglia (5,1%). Poco distanti anche Marche e Veneto (entrambe al 5%).


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Al contrario la quota non raggiunge il 3% in Liguria (2,7%), ed è poco sopra questa soglia in Valle d’Aosta (3,2%), Sardegna (3,3%), Friuli-Venezia Giulia (3,4%) e Piemonte (3,4%).

10 su 107 le province dove oltre il 6% delle famiglie ha almeno 5 componenti. Tra le province, alla quota raggiunta nella città metropolitana di Napoli (8,7%) e nel casertano (7,1%) si contrappone quella del territorio triestino (2,4%) e della città metropolitana di Genova (2,5%).

Scendendo a livello comunale, la situazione appare ancora più disomogenea. Ai vertici della classifica nazionale, piccoli comuni del reggino – come San Luca (19,6%) e Platì (18,6%) – e della provincia autonoma di Bolzano, in particolare Lauregno (19,3%) e Valle di Casies (18,6%).

La fotografia dell’Istat

L’ultimo rapporto di Istat sulla povertà offre un quadro della situazione sociale ed economica affrontata dalle famiglie in Italia, in una fase di definitiva uscita dalla pandemia e allo stesso tempo segnata dalle difficoltà ad essa seguite, come l’inflazione.


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Nel 2022, la quota di nuclei poveri è salita all’8,3%, dal 7,7% dell’anno precedente. Oltre 2 milioni di famiglie su circa 26 milioni. E la condizione si aggrava tra quelle numerose, specie in presenza di minori. Tra i nuclei con almeno 3 figli, più di uno su 5 si trova in povertà assoluta.

Si tratta di un aspetto molto rilevante, sebbene purtroppo non nuovo. Da alcuni anni al crescere del numero di figli cresce anche l’incidenza della povertà nel nucleo familiare. Questa tendenza è significativa perché direttamente connessa alla condizione materiale attuale di bambini e ragazzi. Da oltre un decennio sono la fascia d’età più colpita dalla povertà.


PER APPROFONDIRE: Povertà in Calabria, don Panizza: «Welfare incompiuto»


Questa tendenza - secondo l'analisi di Openpolis che ha approfondito i dati Istat - va letta anche, in prospettiva, per l’impatto sulla condizione sociale e demografica del paese nei prossimi anni. Se sono le famiglie più numerose e con figli a trovarsi più spesso in povertà assoluta, è difficile aspettarsi un’inversione di tendenza nella natalità. Il cui declino si è rafforzato in coincidenza con l’aumento della povertà minorile e delle famiglie con figli.

La povertà tra le famiglie numerose e con figli

Analizzando i dati Istat, emerge che la condizione generale delle famiglie è peggiorata, con un aumento – considerato significativo dall'Istituto statistico – dell’incidenza della povertà assoluta dal 7,7% dell’anno precedente al 8,3%. Si tratta di nuclei che non possono permettersi il paniere di beni e servizi che si può considerare essenziale per condurre uno standard di vita minimamente accettabile.


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Le situazioni più critiche emergono nei nuclei con figli. La presenza di almeno un minore nel nucleo innalza l’incidenza della povertà all’11,5%. In generale, come anticipato, si conferma la tendenza per cui maggiore è il numero di figli nel nucleo, più spesso questo si trova in povertà assoluta.

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