Avvenire di Calabria

Il presule, componente della presidenza nazionale di Caritas Italia, lega l'attesa del Natale al tempo sinodale

Le riflessioni del vescovo Francesco Savino sul cammino d’Avvento

«Possiamo dire - spiega il Pastore - che l’Èmmanuele è il Dio che accetta di fare esperienza sinodale con gli uomini»

di Redazione Web

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Le riflessioni del vescovo Francesco Savino sul cammino d'Avvento. Il presule, componente della presidenza nazionale di Caritas Italia, lega l'attesa del Natale al tempo sinodale

Cammino d'Avvento, le parole di Savino

Il vescovo di Cassano allo Ionio, monsignor Francesco Savino, ha indirizzato una lettera ai fedeli della propria diocesi in occasione dell’inizio del tempo di Avvento che questa settimana celebra la seconda domenica.


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«“Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro”. È lungo questa storia che Cristo ci raggiunge e cammina con noi. Ci viene continuamente incontro, mentre sembrerebbe a prima vista camminare solitario con i suoi pensieri, con il suo programma che è anche il suo sogno, lo stesso sogno di Dio», ha scritto Savino.

Ha aggiunto il presule bitontino: «”Si accostò e camminava con loro”. Sì, faceva con loro la stessa strada, realizzava la forma primordiale del camminare insieme, del fare sinodo, dell’essere con (syn) sulla stessa via (odos). Tale cammino inizia già in Avvento, la cui parola ci ricorda la venuta, il venirci incontro di Dio, nel suo Figlio unigenito e diletto: Gesù. L’Avvento non esprime una sorta di eterno “ritorno” di Cristo fra noi, ma ci conduce alla perenne attualità dela presenza di Colui che, per l’incarnazione, ha scelto di assumere una condizione storica e si è fatto nostro compagno di viaggio. Possiamo dire che l’Èmmanuele è il Dio che accetta di fare esperienza sinodale con gli uomini».


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«Il cristianesimo non è la religione del libro, ma è della storia: perché Dio non si è rivelato nella lettera, - ha scritto - ma si è manifestato e si è donato nel cammino sinodale compiuto con Israele e infine dal Figlio suo, un cammino che lo Spirito fa leggere, ricordare, attualizzare come Parola sempre viva ed efficace». Infine, il vescovo di Cassano allo Ionio ha chiosato scrivendo che «nel Cristo affamato, assetato, nudo, infermo, forestiero e carcerato – inutile dirlo – si ritrovano tutte le possibili condizioni umane di fragilità. Ne siamo immersi. È se le riscontriamo e contempliamo in Lui, possiamo accoglierle in noi. Impossibile non trovare, non riconoscere il Cristo che sta camminando con noi».

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