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Agli adulti è affidata la felicità dei bambini; di essa sono chiamati ad avere cura e ad essere responsabili
Bambini a tutela speciale, bambini possibilità di vita per la vita stessa, bambini custodi del tempo e della storia: è a questo che pensavano i membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quando istituirono, il 19 agosto del 1982, la Giornata Internazionale dei bambini innocenti vittime di aggressioni che viene celebrata il 4 giugno di ogni anno. Lo scopo dichiarato era ed è quello di creare sensibilizzazione sulla questione della sofferenza che affligge l’infanzia in tutto il mondo, vittima di abusi fisici, mentali ed emotivi, attraverso l’impegno concreto per proteggere i diritti dei bambini in tutte le situazioni, nelle guerre mai sopite, nelle condizioni di carestia e fame, nelle realtà apparentemente tranquille in cui trovano spazio violenze nascoste ma drammaticamente reali.
Le guerre, sì le guerre in cui il coinvolgimento dei bambini è pervasivo: oltre la questione del tasso crescente di mortalità infantile, ci sono le violenze sessuali perpetrate come strumento di annientamento del nemico e del suo futuro; ed ancora un fenomeno di una drammaticità incalcolabile, il reclutamento di minori da parte di milizie in zone di conflitti che li sottraggono alle famiglie, per imporre loro un addestramento militare, l’insegnamento dell’uso di armi. Quest’ultima situazione esprime la cinica violazione di diritti di cui si parla poco, quasi fossero trascurabili (ma tali non sono): il diritto al gioco e all’allegria, il diritto a costruire relazioni fuori da una logica di conflittualità. È dalle guerre, oltre che da un uso predatorio delle risorse della Terra, che derivano fame e carestia, denutrizione e malattie endemiche su cui si esercita l’attenzione degli organismi internazionali e di numerose ONG.
Ed ancora la violenza che colpisce il corpo violandolo come per le mutilazioni genitali, gli abusi sessuali, lo sfruttamento, i maltrattamenti; ma colpisce anche la psiche attraverso trascuratezza ed incuria, abuso emotivo macroscopico e nascosto. Quest’ultimo aspetto è il più difficile da individuare ed affrontare. Si tratta di una violenza celata spesso sotto strumentali dichiarazioni di affetto che affetto non è: il bambino non come soggetto autonomo e protagonista di una storia tutta da elaborare e realizzare, ma un possesso, uno strumento di manipolazione, un oggetto con cui si può fare quello che si vuole: lo si può ricattare e riempire di bugie, lo si può indurre a falsi ricordi e a falsi assensi.
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L’attenzione, in tutti i casi di sofferenza che la Giornata Internazionale contempla, non è tanto all’agire individuale quanto, piuttosto, all’intreccio di cause e condizioni che costituiscono il contesto entro cui si crea violenza e si genera dolore. I principi ispiratori dell’azione politica e sociale non possono che essere due: l’urgenza degli interventi nelle situazioni di rischio e, contemporaneamente, la precauzione attenta che realizza le condizioni per la prevenzione. Ed un convincimento: agli adulti è affidata la felicità dei bambini; di essa sono chiamati ad avere cura e ad essere responsabili.
*Membro Commissione Servizio diocesano Tutela minori Reggio Calabria - Bova
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