Avvenire di Calabria

La sezione Reati contro la persona della squadra mobile ha dato seguito all'ordinanza del Tribunale

«Li ammazzo a questi»: arrestata insegnante a Reggio Calabria

Federico Minniti

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«Ora alzo le mani e vediamo se capite». Dalle minacce ai danni dei propri alunni passava alle azioni violente. Un'insegnate, sessantaseienne, di Reggio Calabria è stata per questo reclusa agli arresti domiciliari e sospesa dall'esercizio pubblico di docente.
A determinarlo è stato il Tribunale reggino, in seguito alle indagini della sezione "Reati contro la persona" della squadra mobile su input della procuratore capo, Federico Cafiero De Raho, e dell'aggiunto Gerardo Diminijanni.
Spintoni, schiaffi, tirate d'orecchie: questi gli strumenti didattici utilizzati che hanno trasmesso un sentimento di avversione verso la scuola a diversi studenti, uno dei quali ha raccontato tutto ai propri genitori che non hanno esitato a sporgere denuncia.
Le videocamere in classe hanno mostrato l'altra faccia di quell'istituto: la maestra impugnava un bastone di legno, sbattendolo con veemenza sulla cattedra, per incutere terrore ai piccoli discenti.
«Li ammazzo a questi», diceva urlando in aula. Nessuno, fino alla denuncia dei genitori, aveva visto o sentito nulla. Neppure l'uso di un fischietto per richiamare all'ordine i poveri alunni le cui uniche colpe erano quelle di non riuscire a concludere positivamente la coniugazione di un verbo o la ripetizione delle tabelline. Un metodo – quello che prevedeva anche il trascinare dai capelli gli studenti dopo l'esercitazione alla lavagna – corroborato, in virtù di quanto riportato dai bambini, con un'età tra i sei e i sette anni, alle proprie famiglie.
Questa iniziativa, confermano dalla procura reggina, si inserisce in una più ampia attenzione ai presidi educativi, in virtù di diverse segnalazioni giunte. Lo scorso novembre, sempre a Reggio Calabria, due maestre in servizio in una scuola dell'infanzia furono arrestate per maltrattamenti aggravati ai danni dei bambini a loro affidati. Sul caso è intervenuto anche il Garante per l'Infanzia della Regione Calabria, il sociologo Antonio Marziale: «Gli atti di violenza contro i bambini sono, dal punto di vista legislativo, sottovalutati. Si attivi la videosorveglianza in tutte le aule calabresi».

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