Avvenire di Calabria

Test di ingresso in medicina, una studentessa vicentina ha ottenuto il punteggio più alto grazie al corso di "Biologia con curvatura medica" avviato nel suo liceo

Scuola, futuri medici grazie al “modello” nato a Reggio Calabria

Il percorso curriculare riconosciuto oggi a livello ministeriale è stato ideato e realizzato dall'Ordine dei medici di Reggio Calabria e dal Liceo da Vinci della stessa città

di Redazione Web

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C’è una buona notizia che contribuisce a rendere più felice l’aria che si respira a Reggio Calabria e a ricordare che non sempre le “buone idee” provengono dagli altri. La conferma che la Calabria e Reggio siano in grado di far scuola anche a territori molto più avanti in termini di proposte, progettualità e servizi, arriva proprio dal Veneto. Vi spieghiamo perché.

Licei biomedici, un’idea nata a Reggio Calabria che ha conquistato l’Italia intera

La prima notizia è che una studentessa di Vicenza, Arianna Vicari, ha ottenuto il punteggio più alto nei test per l’ingresso alla Facoltà di Medicina, grazie alla frequentazione del corso di “Biologia con curvatura biomedica” avviato nel Liceo “Quadri” della suta città. Cosa c’entra tutto questo con Reggio Calabria?


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Ce lo ricorda il sito della FNOMCeO (la Federazione nazionale Ordine dei Medici chirurghi e Odontoiatri). Nel riportare il brillante risultato ottenuto dalla futura dottoressa, la federazione nazionale dei medici italiani elogia anche il “modello didattico” adottato nell’istituto vicentino, frutto della brillante intuizione, qualche anno fa, dell’Ordine dei medici della provincia di Reggio, presieduto dal dottore Pasquale Veneziano che lo ha ideato e realizzato insieme al Liceo scientifico reggino “Leonardo da Vinci”, già diretto dalla professoressa Giuseppina Princi, oggi vicepresidente della Regione con delega all’Istruzione. Corso adottato, dopo la prima sperimentazione proprio presso il prestigioso liceo reggino, da 105 Ordini dei medici su 106 e da più di 300 istituti scolastici in tutta Italia.

Un percorso curriculare per preparare i futuri medici

Il progetto – ricorda nel suo comunicato stampa la FNOMCeO – è stato formalizzato nel 2017 e prevede a partire dal terzo anno dei licei, un indirizzo “biomedico”, extracurriculare, che accompagna gli studenti verso le facoltà di area medica, dando modo di auto-valutare le proprie motivazioni e inclinazioni.

Centocinquanta ore complessive, spalmate sui tre anni, di insegnamenti aggiuntivi, tra lezioni frontali, tenute dai docenti di biologia, lezioni pratiche, con i medici delegati dall’Ordine, e visite sul campo, ad ambulatori, ospedali, laboratori di ricerca, studi specialistici.

Emblematiche le dichiarazioni del presidente della FNOMCeO, Filippo Anelli che, nel porgere gli auguri alla studentessa, sintetizza così il valore del corso. «Gli studenti seguono un corso, imparano quali sono le aspettative che si devono in qualche maniera realizzare per diventare medici, verificano se queste aspettative sono confacenti a quelli che sono i loro desiderata. Insomma, credo che sia un corso importante perché mette alla prova la vocazione dei giovani. E questo, secondo me, se è portato a sistema risolve in maniera definitiva l’accesso alla professione medica, perché si dà la possibilità ai ragazzi di poter decidere in due, tre anni e non soltanto in un’ora, cioè quando si fa il test di accesso a medicina».

La buona notizia che riporta alla “normalità”

Come dire, in un momento in cui si vive un clima di grande frustrazione per molteplici vicende, a partire da quelle calcistiche che hanno capitalizzato il dibattito cittadino ed anche politico, estremizzandolo, c’è anche la buona notizia che ti riporta alla “normalità” di una realtà capace di esprimere e, soprattutto, esportare buone idee.


PER APPROFONDIRE: Licei biomedici sempre più diffusi grazie al “modello” Calabria


Grazie a questa uscita che riporta Reggio Calabria nel posto che merita, l’Ordine dei Medici reggini ha colto l’occasione «per ringraziare tutti coloro che hanno consentito nelle fasi iniziali la realizzazione di tale iniziativa, in particolar modo il dottore Domenico Tromba che si è occupato dell’organizzazione della componente medica e la professoressa Francesca Torretta che si è occupata di quella dei docenti interni alla scuola».

Inoltre, si legge ancora in una nota, «un ringraziamento va ai circa 60 colleghi che hanno creduto nel progetto e che a titolo gratuito si sono recati nella scuola con grande impegno è passione per spiegare ai ragazzi cos’è la Medicina e cosa significa fare il medico. Infine, alle strutture che hanno consentito l’ingresso ai ragazzi per effettuare la parte pratica del percorso (Gom, Asp, Istituto Ortopedico Faggiana, Istituto Analisi Cliniche De Blasi)».

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