Avvenire di Calabria

La figura della Madonna considerata sotto l'aspetto cristiano, giuridico e sociologico

L’incontro «Donna come Maria», esempio tutto al femminile

Il racconto della tavola rotonda svolta nella parrocchia Sant'Elia Profeta di Reggio Calabria

Tatiana Muraca

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Donna come Maria”: è questo il titolo dell’iniziativa svoltasi in occasione della Festa della donna presso la parrocchia Sant’Elia Profeta di Reggio Calabria. Una tavola rotonda a cui hanno presenziato l’arcivescovo metropolita di Reggio-Bova Giuseppe Fiorini Morosini, la professoressa Federica Maria Tescione, ricercatrice della Mediterranea e Marco Geria, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Catanoso-De Gasperi. A moderare l’incontro, Giuseppe Camera. Un confronto partito dalla riflessione del parroco di Sant’Elia Profeta, don Paolo Antonio Ielo, che ha subito messo al centro del discorso una riflessione importante: «Perché oggi parliamo di festa della donna?». Una domanda che don Ielo si pone partendo dal presupposto che già porsi un quesito del genere è un paradosso, dal momento in cui «la donna, nella sua bellezza e dignità, non ha bisogno di essere festeggiata». È colei che è bella perché genera vita, come ha affermato papa Francesco di ritorno dal suo viaggio apostolico in Iraq. Ma nel suo generare vita, soffre anche molto più degli altri. Così come ha sofferto Maria per le sofferenza del Figlio. Una testimonianza di dolore, il più grande di tutti, portata ieri in chiesa da Mariastella Ielo, mamma di Nino Candido, il vigile del fuoco reggino tragicamente scomparso insieme a due sue colleghi in un incendio doloso nell’Alessandrino.


«Non ci sono sentenze, seppur a favore delle vittime innocenti, che possano consolare il cuore di una madre», afferma ancora don Ielo e tale constatazione è utile per guardare alla Madonna. Dal punto di vista del profilo cristiano, la figura di Maria non può che essere presentata da monsignor Morosini. Il vescovo, infatti, invita a guardare a Maria come modello di fede e come ideale di donna. «Lo sforzo che noi dobbiamo fare da credenti – parole del vescovo – è quello di guardare la Madre dal punto di vista di una persona umana che guarda un’altra figura umana. Lei è grande perché è modello di fede. Il suo merito è quello di aver creduto e vissuto la vita attraverso la fede. Ciascuno di noi si alza al mattino e affronta un nuovo giorno senza sapere che cosa succederà. La Madonna vive questa esperienza. La sua vita è stata come quella di tutti gli uomini, disegnata dalla precarietà e dalla fiducia in Dio». È così che monsignor Morosini parla ai fedeli, dicendo loro di vedere anche negli eventi tragici il disegno di Dio: così come Maria ha vissuto la passione di suo Figlio e ha attraversato questo dolore.


«Se la guardiamo con occhio di fede – prosegue Morosini - la guardiamo accostata alla vita di Gesù. Non dobbiamo staccare queste due vite, perché la Madonna esiste in quanto esiste Gesù. Il progetto di Dio si basa sull’incarnazione del Figlio, da qui nasce il progetto della Vergine. Cristo è l’espressione dell’amore del Padre e la missione di Maria si illumina di tale missione, perché è colei che con il Cristo dà la vita per la salvezza dell’umanità». Un messaggio di profonda fede cristiana, quello lanciato da monsignor Morosini, che parte con Maria sin dall’Annunciazione, quando lei stessa comprende da subito il senso della sua missione, dare la vita, essere portatrice di vita.


Un’esistenza da considerare come modello al giorno d’oggi. Dal punto di vista giuridico, ne parla la professoressa Tescione, che parte sempre da Maria come donna, sposa e madre, per analizzare la figura della donna moderna, «che è tutto questo, ma anche tanto altro. Partendo dalla Genesi, la donna nasce geneticamente come aiuto dell’uomo, in una logica di assistenza morale che è necessaria per affrontare le difficoltà quotidiane del “noi”, nella realtà sociale ma anche in quella giuridica». Tra donna e uomo, dunque, in Genesi non vi è nessuna diversità di valore. La donna, sia nella Chiesa ma anche in società, guarda ancora a Maria come modello di amore, alla quale tutti i cristiani dovrebbero ispirarsi. «Il pontificato di papa Francesco – prosegue la professoressa Tescione - ha sicuramente segnato un momento di apertura nei confronti delle donne, anche se nella società moderna non si è pienamente raggiunta una vera parità di genere». Dal punto di vista giuridico, la donna è diventata soggetto nel diritto dopo un lungo percorso in cui si è discusso della sua moralità, della sua posizione all’interno della famiglia, in riferimento al regime patrimoniale, del suo essere o non essere madre. «Nessuno ha mai pensato, però, che Maria non fosse idonea per occuparsi di un figlio tanto speciale come Gesù. La donna, invece, ha dovuto lottare per avere molti dei diritti che ha oggi. Alcuni di essi, possiamo dirlo, non sono proprio in armonia con il modello di Madre offerto da Maria, anche se c’è da aggiungere che oggi la donna è sicuramente più consapevole in famiglia, in società e nel lavoro. La sua forza – conclude la professoressa Tescione – sta nel donarsi ed avere una capacità di mediazione forse maggiore rispetto all’uomo».


È figlia del suo tempo, simbolo della cultura religiosa, ma anche laica. Lo sostiene Marco Geria, che nel corso nel suo intervento finale inizia dal considerare la figura femminile dal punto di vista sociologico come parte integrante della cultura, sin da Dante Alighieri. «Maria compare anche nella Divina Commedia. È simbolo per eccellenza di femminilità e nell’immaginario collettivo è soprattutto madre. La fanciulla di Nazareth è colei che si apre al mistero divino e lo ospita, accettando di vivere una situazione difficile e andando contro corrente. Maria, così, dice a tutte le donne di essere accoglienti, amanti della pace, è esempio di donna forte e attiva. Oggi le donne ricoprono ruoli fondamentali nel campo educativo, ma anche delle scienze, una volta impensabili. Si pensi a Maria Montessori, che ha fondato un metodo pedagogico usato tuttora: è stata scienziata, medico, educatrice e fondatrice della prima casa dei bambini». Esempi al femminile che si rifanno alla figura di donna per eccellenza, Maria.

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