La neo direttrice Annarita Ferrato racconta la quotidianità che si vive dentro le aule dell’Istituto di Scienze religiose di Reggio Calabria
L’Issr di Reggio Calabria visto dall’interno: «Il sapere si fa comunità»
Gli studenti iscritti alla facoltà hanno età e stimoli molto differenti. Ciò che li unisce è la ferma volontà di approfondire la propria fede
di Federico Minniti
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L’Issr di Reggio Calabria visto dall’interno: «Il sapere si fa comunità». La neo direttrice Annarita Ferrato racconta la quotidianità che si vive dentro le aule dell’Istituto di Scienze religiose di Reggio Calabria. Un polo culturale che vuole affrontare le domande di senso di questo tempo. Gli studenti iscritti hanno età e stimoli molto differenti. Ciò che li unisce è la ferma volontà di approfondire la propria fede.
Viaggio all'Issr di Reggio Calabria
Ciò che caratterizza subito, d’impatto, l’Istituto superiore di Scienze religiose di Reggio Calabria (Issr) è l’aria di famiglia che si respira tra i corridoi delle aule. L’Issr - intitolato al compianto sacerdote reggino, monsignor Vincenzo Zoccali - si trova sulla collina del rione Modena nello stesso polo culturale e formativo in cui insiste anche il Seminario arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria. Un clima di famiglia, scrivevamo, caratterizzato dalla capacità empatica dei docenti e dall’utenza degli studenti nettamente eterogenea. «I nostri iscritti - spiega Annarita Ferrato, da poco nominata direttrice dell’Issr dall’arcivescovo Morrone variano dai neo diplomati agli ultra sessantenni. Varia, perciò, anche la motivazione che c’è alla base del loro studio».
Daniele Fortuna li definisce «teofili», riferendosi all’interlocutore dell’evangelista Luca, cioè «amici di Dio». Fortuna è docente di Sacra Scrittura da tanti anni. E, nonostante il passare del tempo, ritrova nei suoi studenti un motivo per sperare. Anche fuori dall’aula del “Monsignor Zoccali”: «I nostri studenti sono “illustri teofili” che si iscrivono all’Issr per verificare la solidità della fede che gli è stata trasmessa. Vogliono capire, trovare le ragioni profonde per diventare testimoni autentici, dei cristiani adulti. Ecco, possiamo sintetizzare che gli studenti arrivano da “teofili” per concludere il percorso di studi da “teofori”, cioè da “portatori di Dio”».
Da sinistra: Russo, Fortuna, Ferrato, Crisarà e Rondinò
Sul rapporto inscindibile tra sapere e fede, tipicizzante dell’Issr, si è soffermata anche Francesca Crisarà. Prof di lungo corso al liceo scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria, Crisarà insegna Filosofia morale alla triennale dell’Issr: «Questo istituto corrisponde al rapporto identitario tra città e Chiesa. Il lavoro è volto a evitare uno scollamento tra formazione accademica e percorso di fede». Entusiasti sono i feedback che arrivano dai laureati, molti dei quali inseriti con merito nel mondo del lavoro.
«L’esperienza in Istituto è bella sia professionalmente che umanamente. I risultati ottenuti sono più che soddisfacenti, con tanti studenti che hanno iniziato il percorso di insegnanti di religione cattolica», chiosa la docente di Filosofia. Mentre visitiamo i locali, accompagnati dalla direttrice Ferrato, iniziano le lezioni.
Prima, però, vediamo studenti e docenti radunarsi in cappella: una preghiera comunitaria segna l’inizio delle attività. Alcuni, poi, vanno in aula. Altri si dedicano al disbrigo delle pratiche burocratiche. Ad attenderli in segreteria c’è Giovanna Rosaria Familari. Di poche parole, per lei parlano gli studenti.
In particolare, Francesco Russo è una matricola che sottolinea da subito l’impatto positivo avuto con l’Issr: «È un luogo di formazione d’eccellenza e di accoglienza autentica. Vorrei sottolineare il grande lavoro fatto dal personale: qui nessuno resta indietro». Prosegue Russo: «Le classi sono eterogenee e si formano gruppi che camminano insieme nello studio, nella fede, nella vita».
Le impressioni degli studenti al primo anno della triennale sono confermate in toto da chi, quest’anno si accinge a finire il percorso, terminata anche la laurea magistrale. È Vittoria Rodinò. Originaria della diocesi di Oppido Mamertina - Palmi, grazie alla didattica a distanza è rimasta sempre connessa con colleghi e docenti: «L’anno scorso abbiamo avviato quest’esperienza in Dad: questo mi ha permesso di continuare a frequentare con assiduità nonostante l’emergenza coronavirus».
«Sono stati anni di formazione che si sono intrecciati con un vero e proprio cammino spirituale. Seppure quando mi sono iscritta l’ho fatto per essere più consapevole nel mio servizio in parrocchia, adesso, dopo la magistrale ho carpito l’importanza del servizio a scuola come insegnante di religione», prosegue Rodinò.
«Quest’anno le lezioni si tengono in modalità “ibrida”. Per i residenti in città o nelle aree limitrofe sono in presenza, mentre per chi è più lontano è stata confermata la didattica a distanza. Gli esami, però, sono tutti in presenza», ci racconta la direttrice Ferrato. Infine sull’importanza della presenza dell’Issr sul territorio reggino, la direttrice - prima donna ad avere questo incarico in Calabria - chiosa così: «Le sfide culturali sono tante, specialmente in questo tempo di ripartenza, in cui c’è bisogno di capacità di dialogo con la società che avanza istanze diverse».
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