Avvenire di Calabria

Quale piano anti-Covid? Le reazioni dopo l'intervista all'ormai ex commissario ad acta della sanità calabrese

Lo «strano caso» del commissario Saverio Cotticelli

Tatiana Muraca

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Ieri sera è andato in onda l'intervento dell'ex commissario ad acta della sanità calabrese, Saverio Cotticelli, che durante la trasmissione "Non è l'Arena" di Massimo Giletti su La7, ha voluto dire la sua dopo l'intervista al programma di Rai 3 “Titolo Quinto”, andata in onda venerdì sera. Alle domande del giornalista, Cotticelli rispondeva di non sapere che la responsabilità di disporre un piano Covid regionale spettasse a lui. «Sembrava la mia controfigura - ha detto Cotticelli a Giletti - Non so cosa mi sia successo in quel momento, il piano Covid l'ho fatto io. Durante l'intervista ero in un stato confusionale su cui sto indagando. Dopo mi sono dimesso immediatamente». Cotticelli, inoltre, lancia un'accusa pesante, secondo cui qualcuno avrebbe voluto accollargli un debito di 100 milioni dell'Azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, risalente al 2014; di questo, ne ha fatto cenno più volte nel corso del programma anche Massimo Giletti. Ritornando all'incresciosa vicenda del piano anti Covid, Saverio Cotticelli ha aggiunto: «A giugno ho sviluppato il piano ospedaliero e il piano territoriale, che è approvato dal Ministero della Salute. Il commissiario Arcuri, dopo i bandi di gara, ha delegato le varie aziende sanitarie come soggetti attuatori. Mi è venuto il dubbio che, siccome non era stato stilato un progamma operativo Covid che dettasse le linee programmatiche, la struttura commissariale non era stata interpellata. Ho fatto un esposto al Ministero e mi è arrivata la lettera a fine ottobre, che metteva nelle mie mani la responsabilità del piano anti Covid».
Immediate sono state alcune reazioni da parte dei vertici istituzionali calabresi; tra queste, il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, si è così espresso stamane tramite un post sulla sua pagina Facebook ufficiale: «Ieri sera abbiamo assistito all'ennesimo spettacolo in cui si infanga in diretta tv nazionale la Calabria ed il popolo calabrese. In pochi minuti ci siamo sentiti dire da un uomo dello Stato (e dallo Stato profumatamente pagato) che siamo tutti mafiosi, che è stato forse drogato prima di rilasciare l'intervista nella quale ha ammesso che il piano per l'emergenza Covid non esiste salvo poi dire che invece il piano esiste e che quel giorno non era lui, forse era un Avatar, perchè esiste un complotto ai suoi danni per aumentare il debito della sanità calabrese e per farlo dimettere ma che, comunque, ha provveduto ai livelli "elementari" di assistenza (peccato siano essenziali) e che va tutto bene perchè il sub commissario Maria di Amici e l'usciere rimangono in carica. Il tutto mentre il giornalista tv sollecitava il Generale ad andare in Procura e denunciare tutto. Non ci meritiamo questo. Non lo meritano i medici, i commercianti, gli imprenditori, gli operatori sociali». Falcomatà aveva chiesto le immediate dimissioni o la rimozione di Cotticelli, riunendosi nei giorni scorsi con i 97 sindaci dell’area metropolitana che tramite un documento presentato in Prefettura avevano chiesto la nomina condivisa di un nuovo commissario e interventi urgenti per far uscire la Calabria dalla zona rossa. 
«Ora più che mai mi convinco che dobbiamo alzare le barricate, che dobbiamo reagire con l’orgoglio di cui noi calabresi siamo capaci», sono le parole del presidente del Consiglio regionale della Calabria, Domenico Tallini, a cui si aggiungono quelle della consigliera regionale Tilde Minasi: «Chiediamo un intervento governativo forte e risolutivo, altrimenti continueremo a rimanere senza 'Speranza', nel senso che per la Calabria non esiste un ministro alla sanità. Tutto ciò è vergognoso e non passerà in sordina!». Anche l’ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, è intervenuto sulle dimissioni di Saverio Cotticelli: «L’emergenza COVID avrebbe imposto e impone misure straordinarie da realizzare in tempi rapidi, per mettere le strutture ed il personale sanitario, a cui vanno il nostro pensiero e la nostra gratitudine, nelle condizioni di poter fronteggiare questa pandemia che sta assumendo anche in Calabria dimensioni e pervasività preoccupanti. Su questo oggi è necessario concentrare ogni sforzo ed energia». Il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, invece, aveva paventato l'ipotesi di intraprendere azioni legali, a seguito della «figuraccia» consumata da Cotticelli, «se dalle sue parole dovessero ravvisarsi profili di reato».

Un vero e proprio polverone, alzato durante la bufera, ossia dopo che il presidente facente funzioni Nino Spirlì aveva convocato un consiglio regionale per l’approvazione di un documento tramite cui chiedere il passaggio della Calabria fra le zone gialle. Il ricorso al Tar di Spirlì è stato poi rigettato. In tutto questo, si inseriva la riunione del Consiglio dei Ministri convocato per l’approvazione del decreto Calabria. Il commissariamento sanitario in Calabria continuerà e non senza polemiche, anche sull’ipotetico successore di Saverio Cotticelli, Giuseppe Zuccatelli. In merito a quest’ultima nomina “d’emergenza” fatta dal premier Conte, anche il sindaco di Campo Calabro, Rocco Alessando Repaci, ha affermato: «Rilevo come ancora una volta la Calabria ed i suoi cittadini siano stati umiliati e sottomessi ad una logica sprezzante ed irridente». E la storia continua...

 

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