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Da Locri all'Ucraina, secondo giorno al confine: dentro le tende dei rifugiati. Prosegue il nostro racconto dal confine slovacco: stiamo seguendo la missione umanitaria della diocesi di Locri-Gerace. La delegazione calabrese è già a lavoro per portare i profughi in Italia: nella tenda fatti i primi tamponi dalla dottoressa Morelli che festeggia così, in modo del tutto inusuale, il suo 8 marzo.
In coda ai varchi per la prima accoglienza. Don Pietro Romeo, vicario generale della diocesi di Locri-Gerace, si trova a Sobrance (Slovacchia) accanto a tante famiglie in fuga dalla guerra. «Abbiamo dato la nostra disponibilità a portare i profughi in Italia», ci dice.
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Grazie a lui entriamo nella tenda allestita in fretta e furia dalla Chiesa slovacca con le organizzazioni umanitarie all'indomani dello scoppio delle ostilità. Tavoli dove mangiare, sacchi a pelo dove dormire. Chi scappa dalla guerra trova l'essenziale, ma è quanto basta per mettere la propria vita in salvo.
I due pullman in direzione Locri partiranno stasera alle 19 (ora italiana). Già alcune famiglie stanno salendo a bordo: grande è la speranza di riuscire a mettersi in salvo. «È stato fondamentale avere con noi due donne ucraine - sottolinea don Pietro - che ci hanno subito permesso di entrare in relazione con le persone che stiamo accogliendo».
PER APPROFONDIRE: Una notte di solidarietà. I volontari di Locri alla frontiera ucraina [VIDEO]
Fino ad ora abbiamo raccontato i primi passaggi della missione umanitaria della diocesi di Locri-Gerace al confine tra Slovacchia e Ucraina (che potrete trovare dettagliati sul nostro sito). L'arrivo - dopo 24 ore di viaggio - a Vyšné Nemecké, poi l'incontro con don Jaroslav Lajciak, vicario dell'arcidiocesi di Košice. Tutte tappe di avvicinamento verso la frontiera a Sobrance dove i viveri e i beni di prima necessità sono stato stoccati per essere distribuiti già da oggi in terra ucraina.
E dove don Pietro e gli altri volontari stanno conoscendo i compagni del viaggio di ritorno: dall'inferno della guerra all'accoglienza gioiosa della Chiesa calabrese.
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