Domenica 18 ottobre è stata una giornata di festa non solo per la famiglia del Seminario Pio XI, ma per l’intera comunità diocesana.
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Don Lorenzo Tortorella è stato ordinato diacono nella Basilica Cattedrale di Reggio per imposizione delle mani e preghiera consacratoria dell’arcivescovo metropolita, monsignor Fortunato Morrone. Una importante tappa del cammino formativo e vocazionale del giovane Lorenzo. Gli abbiamo chiesto di raccontarci le sue emozioni.
Sono stato attraversato da una grande emozione che, fino a venerdì, giorno della veglia in parrocchia, mi ha fatto sentire come in una bolla da cui tutto appariva confuso, quasi irreale… sabato (il giorno prima dell’Ordinazione) è “tornato il sereno” e la confusione ha lasciato spazio a una profonda gioia e serenità, unite alla memoria grata di tutto ciò che il Signore ha compiuto in me e per me in questi 6 anni di Seminario, cosa della quale non posso che renderGli lode.
Poi è arrivato il grande giorno in cui hai ricevuto il dono del Sacramento dell’Ordine... cosa hai pensato in quei momenti in cui l’arcivescovo imponeva le mani su di te?
Più che pensare, mi sono limitato ad assaporare ogni momento, vivendo le parole della Consacrazione come una grande benedizione per la mia vita ed i momenti di silenzio come pace dell’anima: ne sono emerso ancor più pieno di gioia e gratitudine verso Dio, che ha, come sempre, mantenute le sue promesse per la mia vita e messo un sigillo su quella chiamata percepita per la prima volta in modo chiaro e palese sei anni fa.
Perché hai deciso di seguire il Signore lungo la via del ministero ordinato?
Subito dopo la Laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria nell’ottobre del 2017, sentii che non ero felice nonostante avessi raggiunto l’obiettivo che avevo inseguito con fatica per ben sette anni e poco mi consolavano le prospettive di successo e di guadagno. In quei momenti, la mia mente tornava alle mie esperienze da educatore Acr nella mia parrocchia (la Cattolica dei Greci) ed alle esperienze dei campi residenziali svolti con l’Associazione Attendiamoci Odv, il cui presidente dell’epoca, don Valerio Chiovaro, era il mio parroco. Ad un certo punto, all’improvviso, tutto è stato chiaro: avevo capito che desideravo diventare presbitero! Così ne parlai con il mio parroco, e dopo i colloqui con il Rettore (al tempo don Salvatore Santoro) e con l’arcivescovo (monsignor Giuseppe Fiorini Morosini), di lì a poche settimane iniziai l’esperienza dell’anno propedeutico.
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La tua vita adesso è indissolubilmente legata all’Eucaristia e alla Parola di Dio: in che modo questi “due pilastri” ti sostengono?
Sin da ragazzo, sono sempre stato affascinato dal Vangelo e dalla Sacra Scrittura in generale: ricordo che, a volte, quando la domenica venivano proclamati brani che mi colpivano particolarmente, tornavo a Messa a riascoltare le letture una seconda e anche una terza volta! Il mio rapporto con l’Eucaristia è divenuto veramente speciale durante l’esperienza del lockdown: stare in seminario ed avere la possibilità di celebrare ogni giorno “in presenza” quando la normalità erano le Messe in streaming è stato di fondamentale importanza in quel periodo, mi ha fatto sperimentare la vicinanza e la fedeltà di un Dio che si fa pane, quotidianità nella vita di ogni uomo.
Che consigli pensi di poter dare a chi si sta interrogando sull’eventualità di donarsi a Dio attraverso il sacerdozio ministeriale?
Il mio consiglio è: abbiate fiducia in Dio! Se veramente il Signore vi ha posto su questa strada, lasciatelo agire, lasciate che compia meraviglie nella vostra vita; una volta che avrete sperimentato il suo immenso Amore che vi chiama a sé, mettersi in gioco lasciando ogni cosa per seguire il Maestro sarà una naturale conseguenza, certamente non semplice, ma che porterà a voi e a quanti incontrerete nel vostro cammino una felicità immensa, la vera Gioia!
Il nuovo diacono Lorenzo si racconta