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Il 14 luglio del 1970 ebbe inizio la Rivolta di Reggio Calabria, la mobilitazione più lunga della storia di Europa che non ha mancato di produrre effetti drammatici. Da allora sono passati 52 anni, durante i quali c'è chi ha avanzato proposte originali e interessanti per legare ancor di più la memoria dei reggini a quegli eventi su cui ancora tanto c'è da riflettere.
In questi giorni la memoria dei reggini non può che proiettarsi alla Rivolta di Reggio. In questo stesso periodo di 52 anni scoppiava, infatti, la rivolta più lunga della storia d'Europa.
Il mese di luglio, proprio per quegli eventi, non ha caso è definito un mese simbolo per la città di Reggio Calabria. Ma non lo è solo per i fatti del '70. Nello stesso mese di 2750 anni fa, infatti, arrivarono quelli che sarebbero stati i fondatori dell'antica Reghion.
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Due momenti cruciali così distanti nel tempo, ma così vicini che appartengono alla memoria storica dei reggini e andrebbero, oltre che ricordati, in qualche modo celebrati. È in tale direzione che muoveva la proposta lanciata ben 22 anni orsono, dal sempre vulcanico docente di storia all'Università di Messina (oggi alla Dante Alighieri), lo storico Pasquale Amato e dall'altrettanto innamorato della propria terra, monsignor Salvatore Nunnari, all'epoca vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi, oggi arcivescovo emerito di Cosenza-Bisignano.
Cosa proposero ad inizio millennio Amato e monsignor Nunnari? La loro proposta fatta ai reggini, al consiglio comunale, ai parlamentari e agli amministratori provinciali consisteva nell'istituzionalizzare il 14 luglio, celebrando ogni anno la festa del «Giorno natale di Reggio Calabria». Per lo storico e il prelato si sarebbe tratto di «costituire una fusione felice tra l'anno di nascita della città e il giorno d'inizio della rivolta del 1970 a Reggio Calabria».
Così proseguiva la proposta di Pasquale Amato e monsignor Salvatore Nunnari: «La ricorrenza una volta rivestita del crisma dell'ufficialità, assumerebbe lo spessore complessivo dell'intera lunga storia della città più antica della Calabria».
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Per Amato e monsignor Nunnari, insomma, una decisione in merito avrebbe avuto un forte impatto simbolico e unificante per una serie di ragioni non solo legate alla Rivolta di Reggio. Innanzitutto, a loro dire, avrebbe ribadito «la trazione pre-greca del Villaggio-Stato patriarcale di re Italo da cui è partito il nome Italia». Inoltre avrebbe riconosciuto «l'entrata ufficiale nella storia della polis Reghion nell'anno 730 avanti Cristo, indicando luglio come mese d'arrivo dei fondatori». Inoltre, avrebbe scelto «come data plausibile il giorno d'inizio della Rivolta popolare urbana più lunga della storia europea».
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