Avvenire di Calabria

Intervista al Rettore Santo Marcello Zimbone in vista dell'avvio del nuovo anno accademico dell'ateneo reggino

Ecco la ricetta dell’Università Mediterranea per la crescita del territorio

di Francesco Chindemi

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L'Università Mediterranea mette a disposizione il proprio know-how per la crescita del territorio.


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È un ateneo che guarda al territorio. Rispetto al passato lo fa da protagonista nelle scelte decisionali e nelle dinamiche sociali e culturali della città metropolitana di Reggio Calabria. La conferma arriva dallo stesso rettore dell'Università Mediterranea, il professor Santo Marcello Zimbone che abbiamo intervistato in vista dell’inizio del nuovo Anno accademico.

Magnifico rettore, una ripartenza con quali propositi e, soprattutto, con quali novità?

Ci siamo preparati con entusiasmo. Il proposito principale è di agevolare al meglio e incentivare il ritorno degli studenti nelle aule. Sono numerose le novità che riguardano i servizi agli studenti. Ad esempio, sarà facilitato l’accesso alle informazioni e banche dati, nonché verranno potenziati i servizi di biblioteca.

L’emergenza Covid ha favorito le cosiddette immatricolazioni sotto casa soprattutto al Sud. Guardando all’incremento di iscrizioni, la Mediterranea ha tratto vantaggio da questa situazione?

 Non è agevole quantificare con certezza l’incidenza dei diversi fattori sull’incremento delle immatricolazioni. È tuttavia presumibile che agli effetti dell’emergenza sanitaria si sommino quelli dei notevoli sforzi compiuti dall’Ateneo in questo lungo periodo per far sentire la nostra vicinanza e prontezza al mondo della scuola, ai giovani e loro alle famiglie.

Il corpo studentesco rappresenta un’importante risorsa per il mondo accademico, al contempo l’Università come si impegna a trasformare questa risorsa in eccellenza?

Come Mediterranea, puntiamo sempre a garantire una didattica di qualità, l’accesso a laboratori con attrezzature all’avanguardia e varie opportunità di contatto con le altre Università italiane e straniere, le Istituzioni, il mondo professionale e delle imprese, anche attraverso il radicamento dell’Ateneo nel territorio. Un’opera fondamentale, sicuramente.

Un dipartimento come ad esempio Agraria, senza nulla togliere agli altri, quanto è importante sia per i giovani, ma anche per il territorio?

Come insegnano anche le crisi degli ultimi decenni, il comparto agricolo, agroalimentare, forestale e agroambientale è uno dei pilastri fondamentali per la protezione e lo sviluppo sostenibile delle comunità planetarie. Offre, d’altra parte, continui spunti per l’innovazione. Ritengo, inoltre, che un investimento formativo in questo comparto sarà ripagato dall’orientamento globale e dalle risorse mobilitate per la cosiddetta transizione ecologica.

Fino a poco più di una ventina d’anni fa, l’impressione era di un ateneo “distante” dal territorio. Oggi che quell’apparente scollamento sembra essere superato, qual è l’apporto dell’Università Mediterranea?

Negli ultimi anni è stata prestata notevole attenzione al territorio e ai suoi fabbisogni, anche nell’ambito della cosiddetta terza missione universitaria. La vicinanza al territorio si sta esplicando anche attraverso vari protocolli d’intesa con le realtà comunali sia regionali che extra-regionali, come, ad esempio, con l’Unione dei comuni dell’Area grecanica, l’Unione dei comuni delle Valli joniche dei Peloritani. Intendiamo proseguire il percorso ed allargare nel breve il campo d’azione ad altre aree, come la Locride e la Piana di Gioia Tauro.

L’Università Mediterranea si è dimostrata sensibile su grandi questioni di respiro sociale, in un costante dialogo con la Chiesa, le istituzioni e il mondo delle imprese. Quanto sono importanti questi rapporti?

Si tratta di rapporti essenziali per far sentire studentesse e studenti al centro del mondo e favorire la maturazione di una visione che tornerà utile per la loro crescita e l’inserimento nel mondo del lavoro.

Come l’Ateneo può rendersi ancor di più parte attiva nei processi di sviluppo del tessuto socio-economico e territoriale, guardando alle prossime sfide?

 Stiamo facendo notevoli sforzi come Università Mediterranea per cogliere l’opportunità presentata, ad esempio, dal Pnrr.


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Tra le sfide più importanti dell'Università Mediterranea vorrei citare l’obiettivo della creazione di un grande campus per l’innovazione in grado di dare impulso alla ricerca e all’innovazione, attirare l’attenzione delle grandi imprese e multinazionali, nonché di altre istituzioni, come, ad esempio, l’Agenzia spaziale italiana, con la quale è stato stipulato un accordo nel 2019, con un occhio di riguardo al bacino del Mediterraneo, che caratterizza la nostra identità e vocazione.

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