Avvenire di Calabria

La sede del Consiglio regionale della Calabria dovrebbe ospitare i lavori: questa la proposta del presidente Irto

Madonna Consolazione, restauro della Vara a Palazzo Campanella

Davide Imeneo e Federico Minniti

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Spesso i beni culturali non vengono tutelati adeguatamente, così catastrofi come quella della Cattedrale di Notre– Dame non possono giungere come un “fulmine a ciel sereno”. Dalla Calabria, invece, arriva una notizia di segno opposto. Nei abbiamo parlato con Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale della Calabria.

Sui beni culturali, finalmente una politica che prima fa e poi annuncia.
La delibera approvata impegni molte risorse in tutto il territorio regionale di concerto con il Ministero dei Beni Culturali (Mibac). Molti interventi ricadono nel patrimonio artistico dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova grazie a un confronto diretto che si è avuto, nei mesi scorsi, con l’arcivescovo Morosini. Voglio aggiungere un’ultima valutazione: forse si è arrivati pure in ritardo. Personalmente, ho preferito prima approvare la delibera e poi comunicarlo alla Città per evitare una facile propaganda e mantenendo una sobrietà comunicativa che è consona.

Eppure spendere soldi pubblici in cultura si dice che non porti voti.
Sono fondi investiti perché abbiamo compreso la profonda importanza che questi beni hanno per il territorio di tutta la Calabria. Chiaramente, oltre alla Biblioteca diocesana e alla Cattedrale, abbiamo deciso di approvare l’impegno di 120mila euro per il restauro della Vara della Madonna della Consolazione.

Quale sarà l’iter che sarà seguito per i lavori?
Saranno stipulate delle convenzioni tra la Regione Calabria, il Segretario generale del Mibac e l’arcidiocesi di Reggio–Bova. I tempi sarano scadenzati secondo quelli che sono gli impegni liturgici legati alla devozione mariana della Città.

Proiettiamoci al prossimo futuro. Novembre 2019, lavori al via. Dove?
La mia proposta sarà chiara: vorrei che il restauro fosse vissuto dalla cittadinanza e per farlo pienamente metterò a disposizione i locali del Consiglio regionale. L’auspicio è di inserire questa possibilità all’interno delle Convenzioni che sarnno siglate. Palazzo Campanella ha tutti i criteri di sicurezza, tra l’altro, come testimoniato con il restauro dei Bronzi di Riace di qualche anno fa. Così facendo per tutto l’anno prossimo, la Vara sarà a disposizione di tutti fedeli per poterla ammirare.

E immaginare una mostra permanente, magari itinerante?
Noi siamo disponibili ad avviare un percorso, mettendo a sistema tutti gli strumenti che possediamo anche per avviare un’interlocuzione seria e attenta anche con gli altri attori istituzionali del territorio.

Possiamo immaginare che questa attività possa aiutare la politica a riscoprire i valori cattolici da applicare nelle proprie scelte che spesso, invece, seguono le “tendenze” del momento?
Ricordo benissimo le esortazione di monsignor Morosini a Piazza della Consegna con riferimento all’onda xenofoba. L’impegno per il restauro della Vara è proprio racchiuso in questa proposta di senso: la Pubblica Amministrazione deve essere credibile agli occhi dei cittadini. E per esserlo deve essere coerente col patrimonio valoriale prima ancore che artistico–culturale. Se dovessi sintetizzare questo messaggio direi: una certa politica gioca ad alzare i muri e dividere; valorizzare i beni comuni, invece, vuol dire cercare di unire un popolo in un simbolo positivo della Comunità.

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