Avvenire di Calabria

«Una matita nelle mani di Dio»: così si definiva Madre Teresa di Calcutta di cui oggi ricorre la memoria liturgica

Madre Teresa di Calcutta, il suo carisma per la Chiesa in uscita

Il 5 settembre è una data importante che, quest'anno apre a più risvolti, in virtù anche della visita del papa in Mongolia

di Redazione Web

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«Una matita nelle mani di Dio»: così si definiva Madre Teresa di Calcutta di cui oggi ricorre la memoria liturgica. Il 5 settembre è una data importante che, quest'anno apre a più risvolti, in virtù anche della visita apostolica del papa in Mongolia.

L'attualità di Madre Teresa di Calcutta nella Chiesa del Terzo Millennio

Il 5 settembre. Una data che può essere considerato uno spartiacque per la Chiesa in Estremo Oriente. Era, infatti, il 5 settembre 1971 quando - a due anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese - fu espulso l'ultimo nunzio apostolico, Antonio Riberi, che si rifugiò a Taiwan.

Sempre il 5 luglio 1971, la Chiesa ricorda santa Teresa di Calcutta, la suora che curò gli ultimi dell'India fondando un carisma che rapidamente si diffuse in tutto il mondo rinnovando la straordinaria forza evangelica della carità.


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«Sono albanese di sangue, indiana di cittadinanza. Per quel che attiene alla mia fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Ma per quanto riguarda il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù», diceva Madre Teresa.

Meno di due anni dopo la sua morte, a causa della diffusa fama di santità e delle grazie ottenute per sua intercessione, il Papa Giovanni Paolo II permise l’apertura della Causa di Canonizzazione. Il 20 dicembre 2002 approvò i decreti sulle sue virtù eroiche e sui miracoli.

Oggi come allora la sua figura è da stimolo per la nuove sfide della Chiesa in uscita come sta confermando proprio in questi giorni papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Mongolia.


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Congedandosi da Ulan Bator, infatti, il pontefice ha benedetto la Casa della misericordia dove la piccola Chiesa della Mongolia accoglie gli scartati. L'apertura di questo segno che resterà dello storico viaggio di questi giorni occasione per «sfatare alcuni miti» sulla carità. «I cristiani non aprono opere sociali per proselitismo, ma perché solo l’amore vince l’egoismo e fa andare avanti il mondo».  

«Solo l’amore vince l’egoismo e fa andare avanti il mondo» ha spiegato. E ha concluso ricordando la risposta di Madre Teresa di Calcutta al giornalista che – vedendola chinata su un malato- le diceva che nemmeno per un milione di dollari lui sarebbe riuscito a farlo. «Per un milione di dollari non lo faccio neanch’io. Lo faccio per amore di Dio!», fu la risposta di Madre Teresa. «Con la stessa gratuità che da oggi la Casa della misericordia vuole trasmettere a Ulan Bator» ha aggiunto il Santo Padre.


PER APPROFONDIRE: Il lascito di Madre Teresa di Calcutta ai fedeli reggini


Il rapporto con la Chiesa reggina

«Gesù ama voi e ama me e si è dato interamente per l’amore per noi, si è dato sulla croce, ha versato l’ultima goccia del suo sangue e ci ha amato con amore vero. Ma questo non bastava per Gesù, si è fatto pane di vita affinché potessimo mangiarlo e si è fatto pane di vita per soddisfare la nostra fame di amore di Dio. Per permetterci di amare Dio, di amare Gesù, lui stesso ha provato la fame, si è fatto nudo, senza casa, ammalato e ha detto: “tutto quello che fate per i più piccoli dei miei lo fate a me”. Devi riconoscere Gesù nel povero, devi riconoscere Gesù nei membri della tua famiglia».

Le parole di colei che sarebbe diventata Santa Teresa di Calcutta riecheggiano nella Cattedrale di Reggio Calabria. È il 20 maggio del 1979 quando la piccola suora albanese, santa della carità, visita Reggio Calabria e decide immediatamente, dopo aver visitato il ghetto del “208”, di inviare le sue suore missionarie della Carità per stare accanto ai più poveri dei poveri. 

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