Avvenire di Calabria

Questa mattina a Limbati si è tenuto un flash-mob per mantenere alta l'attenzione sulla vicenda

Maria Chindamo, oggi il sesto anniversario dalla scomparsa

Della donna di Laureana non si à più traccia dal maggio del 2016: si attende ancora venga fatta piena luce sulla vicenda

di Redazione Web

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Un flash-mob per ricordare Maria Chindamo: per fare memoria, ma anche costruire attraverso l'impegno percorsi di cambiamento e legalità.

Un sit-in e un flash-mob sul luogo esatto in cui sei anni fa Maria Chindamo veniva rapita e fatta sparire. Si sono tenuti questa mattina dinnanzi all'ingresso della tenuta agricola della donna in località "Montalto" di Limbadi, nel vibonese.


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Il luogo in cui la sua automobile venne ritrovata con il motore acceso e sia sul mezzo che su un muretto, gli investigatori rinvennero tracce di sangue e capelli. Si pensa che la donna abbia fatto una fine atroce: il suo corpo sarebbe stato distrutto da un trattore o dato in pasto ai maiali. Si parla di una vendetta per essersi rifiutata di cedere i terreni a un vicino con gravi precedenti penali.

Le indagini, però, da quel 6 maggio 2016, andarono avanti senza risalire ad alcun movente, fino a quando un pentito del clan Mancuso decise di riportare alcune dichiarazioni, grazie a cui nel luglio del 2019 venne arrestato Salvatore Ascone: l’accusa, concorso in omicidio con soggetti ancora ignoti.

Nel gennaio dello scorso anno un altro piccolo passo in avanti nelle indagini sulla morte di Maria Chindamo: il collaboratore di giustizia, Antonio Cossidente, nel febbraio 2020 avrebbe fatto importanti rivelazioni sulla scomparsa della donna. Da allora tuttavia, nonostante le indagini stanno proseguendo, ancora si è giunti all'attesa verità sulla scomparsa di Maria Chindamo.

Il sit-in a Limbadi

Il sit-in di questa mattina è stato organizzato dall'associazione Libera con la collaborazione di altre associazioni, tra cui Penelope e Agape. Hanno preso parte, fra gli altri, Giuseppina Princi, vicepresidente della giunta regionale; Angelo Sposato, segretario regionale della Cgil; Giovanna Vingelli esponente del centro Women’ s studies “Milly Villa” dell’Unical e Nancy Cassalia dirigente del comitato “Controlliamo noi le terre di Maria Chindamo”.


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«È necessario restituire verità, giustizia e dignità ad una donna libera, ad una famiglia profondamente ferita e sofferente ed a una Terra meravigliosa che ha bisogno di essere ripulita dai mali che da troppi anni ne nascondono la reale bellezza», ha scritto sulla propria pagina Facebook, il fratello di Maria, Vincenzo Chindamo proprio in occasione dell'anniversario della scomparsa della sorella.

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