Un modello di donna calabrese fra spiritualità, cultura e impegno per il bene comune
Maria Mariotti, testimone del Novecento che parla al nostro presente
A Lamezia un incontro promosso da Uniter ha rievocato la figura della professoressa, pioniera del dialogo tra fede e società e voce profetica per la Calabria di ieri e di oggi
di Redazione Web
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Cultura, fede, impegno sociale e amore per la propria terra: sono questi i tratti distintivi che hanno animato la vita di Maria Mariotti, figura centrale del panorama intellettuale e civile calabrese del XX secolo, rievocata in un incontro promosso dall’Uniter a Lamezia Terme.
Maria Mariotti, una figura che ha attraversato la storia calabrese del ’900
L’incontro, intitolato "Maria Mariotti, una donna calabrese nella storia calabrese del ‘900 tra elaborazione culturale e impegno civile e sociale", è stato moderato dalla professoressa Gabriella Colistra presso la Casa del Sacerdote. La Presidente introducendo ha sottolineato la straordinarietà di una personalità capace di parlare alle vecchie e nuove generazioni e di sintetizzare nella sua storia la ricchezza e le problematiche dell’intera Regione. Ad un folto e attento pubblico ha relazionato la professoressa Caterina Borrello, discepola spirituale della Mariotti e collaboratrice dell’Archivio Diocesano di Reggio per l’archiviazione e classificazione del suo cospicuo patrimonio di scritti e documenti.
Il profilo poliedrico, irripetibile in pochi tratti, che è stato tracciato dalla Relatrice ha fatto emergere il solido humus spirituale e culturale radicato nella illustre famiglia dei Tripepi-Mariotti, maturati fin dalla giovane età nel movimento cattolico e irrobustita dal nutrimento degli studi presso l’Università Cattolica a contatto con il pensiero filosofico del tempo. E stata sottolineata la scelta del ritorno in Calabria, nonostante le proposte di carriera accademica o di servizio alla promozione dell’Università milanese, accanto ai fondatori padre Agostino Gemelli e Armida Barelli. Si svilupperà poi la vocazione alla ricerca storiografica e ai tanti servizi alla Chiesa Locale, alla scuola del grande vescovo mons. Antonio Lanza, ad es. sulla tematica teologica e pastorale studiata nei contatti con i massimi esperti degli anni del Concilio e del post Concilio.
Una pioniera nella promozione delle donne e dei laici
Solo qualche sottolineatura, sul suo essere donna posta a servizio della promozione femminile attraverso la formazione culturale e la coscientizzazione civica delle donne del sud alla partecipazione come “dovere” prima che come “diritto” alla vita democratica ritrovata e nella ricostruzione del Paese. Ancora, la sintonia ideale tra la dimensione religiosa e la partecipazione attiva alle dinamiche sociopolitiche, mai scissa da rigore sui princìpi, con la candidatura alla Costituente e la militanza da prima donna in Consiglio Comunale nello spirito di «fare della politica non un fine, ma un mezzo, non una meta, ma una strada, non un imperio, ma un servizio».
Un’altra caratteristica tratteggiata è l’armonia tra l’interesse scientifico per la storia locale, soprattutto religiosa, e la partecipazione nazionale con responsabilità in organismi dell’associazionismo (Azione Cattolica, FUCI, Movimento Laureati poi MEIC, CIF…) o dell’ecumenismo e per il dialogo interreligiosio (SAE), saldati all’apertura alla mondialità con rapporti nel Mediterraneo e verso le terre delle Chiese d’Oriente. Un esempio insomma di crocevia tra la carità intellettuale spesa da formatrice scolastica, nell’iniziazione alla ricerca scientifica di nuove leve di storici calabresi, con la lunga presidenza della Deputazione di Storia Patria, intrecciata a forme di carità sociale attenta alle periferie ed unita alla promozione dei laici cristiani ad assumere responsabilità nella Chiesa, nelle professioni e nel territorio.
Una voce profetica che ha denunciato l’inerzia e il clientelismo
Il dialogo e la collaborazione con personalità della cultura laica non cattolica, da G. Cingari ai Villari, si sintetizzano nella sua costante ispirazione alla “veritas charitatis e alla charitas veritatis” e nella sua immensa biblioteca sempre aperta ad ogni confronto e laboratorio di progetti culturali. È emerso così un ritratto, approfondito nel partecipato dibattito e nell’attualizzazione sapiente, di una donna consapevole della carica politica del Vangelo e della «forza innovatrice di una comunità di fede», spesasi a «scuotere le nostre popolazioni dall’atavica inerzia e indifferenza, tentando di superare mentalità e costumi clientelari che ne avevano condizionato la maturazione civica e politica».
Un’esempio per le nuove generazioni
La conversazione si è conclusa con l’auspicio che la comunità civile, il mondo culturale ed ecclesiale calabrese, ancora così provati, sappiano oggi assumersi la responsabilità di non disperdere la memoria di un grande patrimonio di pensiero e operosità, ma di valorizzarla e farla ulteriormente fruttificare davanti alle inedite sfide cui siamo chiamati.
Lo yacht di lusso attracca nel porto cittadino con il suo carico di passeggeri internazionali, accolti tra cultura, tradizione e simboli dell’identità reggina.
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