Avvenire di Calabria

Un libro su don Antonino Iachino, a cura di Gianni Marcianò

«Mediante la via dell’Amore»

Don Nino Pangallo: «un testimone di fede privilegiato»

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Il sacerdozio è dono e mistero. Così un presbitero, dopo cinquant’anni, risplende ancora ogni giorno, non di luce propria ma di quella che sgorga da Colui che è “luce da luce”. In occasione del giubileo sacerdotale di don Antonino Iachino è stato pubblicato un libro “Pietre dure e preziose”, con la collaborazione di Gianni Marcianò, “storico della carità” per dire grazie a nome dell’intero mondo Caritas. Tutto ciò che oggi vive nel mondo della carità nella nostra chiesa locale ha visto, e continua a vedere, don Antonino Iachino come un testimone privilegiato ed animatore dal cuore grande. Vivere in Caritas il presbiterato è una grazia straordinaria dal momento che i poveri ci evangelizzano e chiedono il dono del vangelo. I poveri sono presenza del Signore tra noi ed un presbitero non può non essere “l’amico dei poveri”. A partire dalla relazione tenuta proprio in prossimità del suo venticinquesimo, fino all’intervento nel convegno diocesano del 2000, cinque “pietre preziose” sono qui raccolte. Così tra un pezzo di carbone ed un diamante non vi è differenza di elementi. Sono ambedue fatti di carbonio. Eppure, nel secondo, la luce entra e si riverbera magnificamente. Il diamante risplende nella sua trasparenza, eppure, è una “pietra dura”. La storia della carità nella nostra chiese locale è intagliare, oggi come ieri, pietre preziose dalla carità che è Dio. Dobbiamo essere grati a don Iachino dal momento che in tutta la sua vita sacerdotale, con la passione e la forza del profeta e la sensibilità del suo cuore appassionato, continua ad essere sentinella ecclesiale affinché la testimonianza della carità sia colta nel suo valore teologico e pastorale dall’intera chiesa. Con la forza del suo carattere, duro come la roccia, e la sensibilità umana e spirituale del suo essere “pastore con l’odore delle pecore”, egli continua ad essere maestro, sul fronte delicato di una chiesa in prima linea nella testimonianza della carità e nell’impegno educativo. Don Iachino ha avuto il dono di essere compagno di viaggio di don Italo Calabrò, prendendone il testimone, in una fase delicata nella quale si trattava di sostenere le opere segno avviate e di farne nascere altre adeguate ai bisogni del tempo, ma urgeva, soprattutto, manifestare sempre di più il respiro ecclesiale della testimonianza della carità, impegnando ogni fibra del tessuto ecclesiale nel vivere il servizio agli ultimi come opera “pastorale”. Si trattava di far nascere la “Caritas”. Tutto ciò poteva avvenire particolarmente attraverso l’impegno educativo, naturale espressione dell’eminente funzione pedagogica che la Caritas ha ricevuto nel suo mandato. Ed in quest’opera don Antonino è sempre stato in prima linea.

Articoli Correlati