Avvenire di Calabria

Sempre più presente in tutti i campi del diritto e della società, ne parliamo con un'esperta di settore

Mediazione, uno strumento per evitare i conflitti

Francesca Chirico (Ismed): «Come strumento di giustizia alternativa aiuta a colmare le distanze»

di Davide Imeneo

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Sempre più presente in tutti i campi del diritto e della società, la mediazione ha al centro il dialogo. Ne abbiamo parlato sul numero di Avvenire di Calabria in edicola domenica scorsa con un'esperta di settore in occasione della Giornata Internazionale per la Risoluzione dei Conflitti. Come strumento di giustizia alternativa, ha detto, la mediazione «aiuta a colmare le distanze, a superare le difficoltà operative e relazionali e risolvere contenziosi».


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


L'intervista: Mediazione, la forza della conciliazione

La mediazione, una forma di alternativa alla giustizia basata sull’incontro invece che sullo scontro. Ecco la mission di Francesca Chirico, amministratrice di Ismed, un istituto di mediazione con sede a Reggio Calabria. Ma cosa è la mediazione? Che forme assume? Ne abbiamo parlato con l’esperta reggina.

Dottoressa Chirico, qual è la forma più diffusa di mediazione in Italia?

La più diffusa è quella civile e commerciale, introdotta nel 2010 per recepire la Direttiva 2008/52/CE che invitava gli Stati membri a considerarla uno strumento idoneo a soddisfare gli interessi delle parti e, quindi, affatto deteriore rispetto al giudizio. In Italia, in realtà, è incentivata anche per defatigare l’endemico carico giudiziale. Per evitare il ricorso in tribunale, il Legislatore ha previsto per diverse materie un passaggio obbligatorio dal mediatore e il ricorso facoltativo per tutti i diritti disponibili.

Come funziona la mediazione?

Le parti presentano una domanda di mediazione presso un organismo accreditato al Ministero della Giustizia e, assistite dai propri avvocati, sono facilitate dal mediatore nella ricerca di un accordo conciliativo frutto di una ricerca condivisa e, quindi, duraturo nel tempo. È un procedimento celere, economico e riservato.Si svolge in un clima di informalità procedurale, non ci sono giudici, né arbitri: al centro solo gli interessi delle parti, tanto che l’accordo che raggiungono ha il valore di titolo esecutivo.

In quali tipi di casi la mediazione è particolarmente efficace? Quali sono i limiti della mediazione e quando potrebbe essere necessario ricorrere ad altre forme di risoluzione delle controversie?

In tutti i rapporti di durata. Le materie “obbligatorie”, cioè condizione di procedibilità della domanda giudiziale, sono quelle che prevedono la prosecuzione dei legami oltre la lite (solo per fare qualche esempio, bisogna ricorrere al mediatore per liti condominiali, divisioni, successioni ereditarie, locazioni, contratti). In ogni caso, non tutto è mediabile: ci sono situazioni in cui il ricorso al giudice è indispensabile per ristabilire l’equilibrio fra le parti.

Quali sono le qualità chiave di un buon mediatore e come scegliere il mediatore giusto per un caso specifico?

La figura del mediatore come “compositore della lite” è insita nella cultura di tutti i popoli ed è stata codificata nei secoli arrivando oggi ad essere una professione. Il mediatore è un terzo imparziale che “facilita” i rapporti fra le parti, riattiva la comunicazione interrottasi o degenerata con l’insorgere della lite e le aiuta a fare sintesi. Mediare presuppone delle competenze giuridiche e metagiuridiche, soprattutto, serve l’empatia che consente di entrare, senza invaderne il campo, nel complesso mondo del non detto verbalmente.


PER APPROFONDIRE: L’intelligenza artificiale per ridurre i tempi della giustizia


Quali consigli daresti a qualcuno che sta considerando la mediazione come opzione per risolvere una disputa?

Intanto di verificare la serietà dell’Organismo che si sceglie. Ma soprattutto, il consiglio è quello di “disarmarsi”. Al tavolo di mediazione si arriva spesso per banali litigi: le parole sono sempre veicolo di incomprensione. Bisogna farsi aiutare dal mediatore a capire che la nostra non è l’unica soluzione possibile. È legittima, rispettabile ma è solo uno dei modi di vedere la vicenda. Per superare il problema e trovare pace, dobbiamo imparare ad ascoltare e metterci nei panni dell’altro.

Oltre ai vantaggi di tipo economico e procedurali la mediazione ha un valore sociale?

Il modello italiano di mediazione, anche grazie agli incentivi fiscali e al Patrocinio gratuito a spese dello Stato, ha dato incoraggianti risultati. Ma soprattutto, sta portando ad un graduale, significativo, cambio di mentalità nell’approccio alle controversie. Il Covid ci ha consegnato un modo più individualistico e distaccato di vivere i rapporti, la mediazione per sua natura, aiuta a colmare le distanze, a trovare soluzioni per superare le difficoltà operative e relazionali e risolvere contenziosi di particolare complessità giuridica assolvendo alla sua funzione primaria quella di essere non una giustizia alternativa, ma una giustizia complementare, un modo per rigenerare i legami, ridefinire i rapporti, accelerare la ripresa economica e garantire la pace sociale.

Articoli Correlati