Melito Porto Salvo si conferma comunità solidale. Duecento persone in difficoltà sono accompagnate dai servizi di prossimità della parrocchia. Si tratta del centro d’ascolto e della mensa per gli indigenti.
Melito Porto Salvo si conferma comunità solidale
Una parrocchia che accoglie chi non ce la fa. Accade a Melito Porto Salvo, per l’esattezza nella chiesa intitolata a San Giuseppe, dove gli indigenti di un comprensorio molto vasto trovano un punto di riferimento.
«Abbiamo superato la “vergogna” di chiedere aiuto - ci spiega Antonella Surfaro, referente territoriale della Comunità di Sant’Egidio - e, adesso, stiamo riuscendo a instaurare un rapporto di fiducia che va oltre il pasto domenicale o la spesa settimanale».
Sono in totale duecento le persone in difficoltà che bussano alla porte del Centro d’Ascolto attiguo alla parrocchia. Non l’unico locale “riattivato”, in termini solidali. A pochi passi, infatti, insiste un bene confiscato alla ‘ndrangheta che è diventato la casa dei giovani della Comunità di Sant’Egidio.
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L’esperienza fondata a Roma da Andrea Riccardi ha affondato le proprie radici a Melito Porto Salvo tre anni fa, in concomitanza con l’arrivo del nuovo parroco a San Giuseppe, don Gaetano Nalasso che ha raccolto in eredità dai suoi predecessori l’attenzione ai più fragili.
«Sono quasi dieci anni che abbiamo iniziato questa bella esperienza - ci racconta Elisa Laface, responsabile del Centro d’Ascolto parrocchiale - e possiamo dire che, ad oggi, non è più un’attività fatta nel tempo libero, ma ci prende tantissimo, specialmente sotto il profilo umano». Il Centro d’Ascolto apre due volte a settimana, servendo circa 60 persone al giorno. A loro offre generi di prima necessità - grazie a una convenzione col Banco Alimentare - e indumenti, frutto delle donazioni alla parrocchia.
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Laboratorio di sinodalità
Ma non solo: «Proviamo ad esserci in ogni contesto - aggiunge Franca Martino, esempio di sinodalità vista la sua doppia “appartenenza” alla Comunità di Sant’Egidio e al gruppo dei volontari parrocchiali - fornendo anche supporto sotto il profilo farmaceutico, laddove c’è bisogno».
Tutto è sviluppato all’insegna della sobrietà: una scelta radicale, ma che fa respirare l’aria buona della carità evangelica che non cerca clamori o ribalte. «Ogni domenica serviamo 80 pasti sottolinea Antonella Surfaro - molti dei quali sono consegnati a domicilio. Sia a soggetti con difficoltà di deambulazione che a quanti hanno vissuto in questi mesi la quarantena da coronavirus».
Le realtà solidali della parrocchia di San Giuseppe a Melito Porto Salvo fanno bene a tutti: attorno ad esse, infatti, l’intera comunità si è riscoperta unita e più viva che mai. Una bella iniezione di fiducia.