«Oggi, prendiamo atto delle difficoltà create su questo cammino e pertanto, con rammarico ma a testa alta, si è deciso di rinunciare alla presentazione della lista a Reggio Calabria», così Mezzogiorno in movimento ha ufficilizzato il ritiro delle liste in vista delle prossime elezioni amministrative in città, anche se si assicura «una presenza in forme e modi diversi nella competizione elettorale con altrettanta forza e determinazione su temi, obiettivi e battaglie a difesa della Costituzione Italiana». Secondo quanto dichiarato dai soci fondatori del movimento, Andrea Cuzzocrea, Ilario Ammendolia, Gianpaolo Catanzariti, Mimmo Gangemi e Pierpaolo Zavettieri, la decisione è arrivata dopo il consolidarsi del timore «che la presenza in una lista dichiaratamente garantista e meridionalista avrebbe potuto esporre i singoli candidati a ritorsioni da parte degli apparati repressivi dello Stato».
In merito all'accaduto, Giuseppe Falcomatà, sindaco ricandidato alla guida di Palazzo San Giorgio, ha deciso di intervenire: «L'esperienza politica e programmatica promossa da Mezzogiorno in movimento, che in queste settimane ha riportato alla ribalta mediatica tematiche che assumono una centralità strategica, soprattutto in un territorio come il nostro, non può e non deve considerarsi esaurita - ha dichiarato Falcomatà - Temi come quello delle interdittive e della legge sugli scioglimenti dei consigli comunali devono rimanere al centro della dialettica politica anche in questa campagna elettorale per le amministrative. Peraltro - ha aggiunto il sindaco - i due temi sollevati da Mezzogiorno in movimento, non sono affatto, per quanto ci riguarda, questioni estemporanee. In questi anni, infatti, abbiamo lavorato politicamente ed amministrativamente, per porre all'attenzione delle massime istituzioni nazionali, la necessità di aprire una riflessione su questi due aspetti, anche ottenendo risultati significativi. Ricordo ad esempio - ha spiegato ancora Falcomatà - la campagna da noi portata avanti per la modifica della normativa sulle interdittive antimafia, che ha ottenuto i primi frutti con le modifiche inserite con l'articolo 34 del nuovo codice antimafia, condivise nel corso di un consiglio comunale aperto, che vanno nella direzione della continuità occupazionale e produttiva per le imprese interessate. Allo stesso modo, per ciò che riguarda il tema degli scioglimenti, io stesso ho piu volte rilevato, anche attraverso Anci ed in altri simili contesti istituzionali di respiro nazionale, che la legge, così come conformata, non funziona e va modulata e migliorata, soprattutto per ciò che riguarda la necessità di ricondurre criteri meno discrezionali e più oggettivi la decisione in merito allo scioglimento e intervenire sulla parte burocratica degli Enti che, anche in caso di scioglimento, si trova ad operare durante la gestione commissariale in assoluta continuità. Naturalmente - conclude Falcomatà - si può e si deve fare di più e meglio e in questo senso mi sento di sposare con convinzione le proposte programmatiche evidenziate dal gruppo Mezzogiorno in Movimento, consapevole dell'importanza di continuare, come già fatto in questi anni, a rilanciarle in termini politici ed amministrativi, affinchè siano valutate ed attuate le riforme necessarie».