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Nell’epoca digitale in cui viviamo, dove gli schermi hanno preso il sopravvento sulla comunicazione interpersonale, il teatro continua a rappresentare uno spazio privilegiato di formazione umana e spirituale, principalmente perché è autentica esperienza di comunità: richiede collaborazione, ascolto reciproco e capacità di lavorare insieme per un obiettivo comune.
Quando i nostri giovani partecipano a un’esperienza teatrale, sperimentano concretamente cosa significhi essere parte di un corpo più grande, dove ciascuno ha un ruolo insostituibile, una metafora vivente di quella comunità ecclesiale che siamo chiamati a costruire quotidianamente. Come non ricordare l’antica tradizione dei “sacri drammi” e delle rappresentazioni medievali che hanno contribuito a trasmettere la fede alle generazioni passate? Il teatro ha da sempre rappresentato un potente strumento di catechesi, capace di rendere accessibili e vivi i grandi misteri della fede attraverso il linguaggio universale dei gesti, delle emozioni e delle storie condivise.
PER APPROFONDIRE: Il teatro, arte della vita e palestra di creatività
L’esperienza teatrale educa inoltre all’empatia: interpretare un personaggio significa, in fondo, accogliere dentro di sé l’esperienza dell’altro, comprenderne le ragioni profonde, le fragilità e le speranze. Questa capacità di “mettersi nei panni altrui” diventa un esercizio di carità intellettuale e affettiva, un antidoto all’indifferenza e alla “cultura dello scarto” che papa Francesco così spesso ci invita a combattere.
Il palcoscenico è anche luogo di crescita personale: quanti ragazzi timidi hanno scoperto, attraverso il teatro, a gestire le proprie emozioni, a superare insicurezze, a valorizzare i propri talenti! In questo senso, il teatro diventa strumento di quella formazione integrale della persona che è al centro della missione educativa cristiana. Non dimentichiamo poi la dimensione culturale: il teatro è memoria viva, trasmissione di un patrimonio di storie, valori e domande esistenziali che attraversano le generazioni. Attraverso i grandi testi, i nostri giovani possono confrontarsi con le domande fondamentali sull’esistenza, sul senso della vita, sul mistero del male e della redenzione.
Il teatro, quindi, non è un’attività accessoria, ma un profondo strumento di formazione umana e cristiana. Come ci ricorda San Giovanni Paolo II: «Il teatro, fin dalle sue origini, è stato un luogo di comunicazione non solo orizzontale, tra gli uomini, ma anche verticale, dell’uomo con il trascendente».
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