Avvenire di Calabria

Dalla parrocchia del rione Gebbione, che ha guidato per 35 anni, l’abbraccio all’arcivescovo emerito di Cosenza

La comunità del Soccorso in festa con monsignor Nunnari

Per il 25° anniversario di ordinazione episcopale l'amata comunità ha fatto dono al presule di un anello con il volto della Madonna del Divino Soccorso

di Gianni Marcianò

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In occasione del 25° anniversario di ordinazione episcopale, la comunità di Santa Maria del Divino Soccorso ha omaggio monsignor Nunnari di uno speciale dono.

«Due parole escono dal mio cuore e dalle mie labbra e diventano preghiera: grazie e perdono. Grazie, mio Dio, perché da parroco e da vescovo hai voluto che vivessi come “prete di strada”. La strada è sempre stata lo scenario della mia vita. Perdono perché non sono stato all’altezza del dono che mi hai fatto. Lungo il cammino mi ha consolato la presenza della Vergine Madre. La sua tenerezza materna ha avvolto la mia vita». Come dire prete di strada, avvolto dalla consolazione della Madre celeste. Una sintesi che fa riflettere quanti di noi abbiamo vissuto la presenza di don Nunnari al Soccorso.

Un giovane prete negli anni dei grandi cambiamenti

Ricordo ancora il mio primo incontro con lui sulle scale dell’ingresso laterale della vecchia chiesa baracca: un breve saluto e poi la richiesta di essere accompagnato dal parroco Pontari. Inizia da quel momento una storia di legame profondo, per 35 anni, tra il giovane prete e la comunità del Soccorso. Sono gli anni del Concilio e del dopo-concilio, sono gli anni della contestazione giovanile, sono gli anni degli inizi del boom economico, sono gli anni dei grandi sogni.


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Tuttavia per molti di noi restano semplicemente gli anni del Padiglione, gli anni della profonda vicinanza con il giovane prete, ormai radicato al Soccorso. Il triangolo Chiesa-baracca, padiglione, canonica, tutto veramente in un fazzoletto di terra, diventa palestra di formazione e fucina di ogni attività pastorale. Attività ordinarie ma anche attività pastoralmente curate, che hanno segnato la nostra esperienza di giovani di allora.

Don Nunnari, un prete in mezzo al popolo

E mentre tutti questi avvenimenti scorrono nella mia mente, si rafforza una grande consapevolezza: don Nunnari, il prete, sempre con noi, una profonda compagnia, meglio un accompagnamento che si è fatto storia nella vita di molti giovani, e adulti, di allora. Sono gli anni che sono serviti ad arricchire di Dio la nostra vita, a dare significato alle nostre attese, a consolare le delusioni, a dare calore ai nostri cuori. “Lungo la strada” del Gebbione, anche noi avvolti dalla presenza di Maria.

Il Cardinale Comastri, nella prefazione al libro “Luce ai miei passi” che raccoglie alcuni scritti e omelie di don Nunnari, sottolinea quanto emerga l’ispirazione e l’attenzione mariana: «Alla luce di Maria si impara la gioia dell’obbedienza, la bellezza del cuore limpido, la grandezza dell’umiltà. Per questo motivo l’Arcivescovo Nunnari ha tenuto sempre fisso lo sguardo su Maria e ha invitato tutti a convergere in questa direzione».

Un legame indissolubile

È questa presenza della Madre celeste che ha sempre trovato al Soccorso un terreno coltivato dai sacerdoti. La peregrinatio Mariae degli anni cinquanta voluta dal parroco Pontari ha rafforzato la devozione mariana del popolo di allora. Con don Nunnari e con la stagione conciliare si è rafforzato questo legame con la Madre celeste, coinvolgendo anche le famiglie che nel frattempo erano venute ad abitare le case popolari e le costruzioni private.


PER APPROFONDIRE: L’anniversario: 25 anni di episcopato per monsignor Nunnari


Nel settembre del 1993, in occasione della settimana mariana, don Nunnari apre il suo cuore ai parrocchiani, chiedendosi: «A che debbo, a che dobbiamo, che tu, o Maria, continui a venire incontro a noi? Questa domanda mi è tornata tante volte nella mente e nel cuore durante queste giornate. La risposta me la ritrovavo nel profondo, con voce soavissima: “Sono madre, appunto, ed è la mia missione cercare, incontrare, stare con i figli, accostarli nelle situazioni e nei luoghi dove le circostanze, alcune volte strane della vita, li fanno essere».

L’incontro nel segno della Madre

Dice ancora don Nunnari: «Fratelli e sorelle, mi sono permesso di raccogliere e presentare a voi così, fugacemente i sentimenti che in questi giorni di fatica e di grazia la Madre mi ha suggerito. Quando passando di casa in casa, mi spingevo a guardare oltre le mura esterne per entrare, con cuore di padre e pastore, nelle situazioni, non sempre facile delle nostre famiglie ed in particolare di certi ambienti presenti sul territorio… Spingendomi dentro le vostre case la Madre mi ammoniva, richiamandomi l’impegno, di iniziare subito la visita alle famiglie della nostra Comunità. Nonostante limiti e ritardi ho coscienza che in questi anni la parrocchia ha speso molto e investito molto per la formazione dei laici all’interno dei gruppi associativi».

“L’Arcivescovo del Gebbione”

«Chiuderci nella sicurezza che i gruppi ci assicurano, significherebbe oggi morire di asfissia spirituale. “La nostra missione ci destina agli uomini - scriveva il grande Vescovo Bartoletti - ci stacca dagli ormeggi sicuri del culto e della contemplazione, per inviarci al mondo, nel mondo, per il mondo: “... pro mundi vita” (Gv, 6, 52); missione esaltante ed esigente, dolcissima e formidabile, che non si esercita nella potenza ma nella debolezza; non nell’orgoglio, ma nell’umiltà; non nel dominio, ma nel servizio». È la dinamica dell’amore che si fa servizio. «Non hanno più vino… fate quello che vi dirà: riempite le giare». Con il dono del vino buono e abbondante, Gesù inaugura la nuova alleanza, fondata su nuove relazioni di amore. «A Cana la Madre anticipa l’ora della rivelazione della gloria di Gesù, che si compirà con la sua morte e risurrezione a Gerusalemme » (dalla “Lettera ai cercatori di Dio” della Cei).

Don Nunnari, ancora oggi chiede perdono a Gesù per gli errori, le fragilità, per le offese. Sa bene che lungo il cammino non è mancata la tenerezza della madre: la Madonna del Soccorso in parrocchia, la Madonna della Consolazione a Reggio, la Madre a Sant’Angelo dei Lombardi, la Madonna del Pilerio a Cosenza. Vescovo emerito della diocesi di Cosenza – Bisignano, non dimentica le sue radici reggine e che da venticinque anni è ricordato dai fedeli del Soccorso come «l’arcivescovo del Gebbione».

Lo speciale dono, l’anello con il volto della Madonna del Soccorso

Dopo essere stata lontana dallo sguardo dei fedeli per cinque anni, per un necessario restauro, dal settembre scorso la statua della Madonna del Soccorso è tornata in parrocchia. Ancora più bella, quasi più giovane. Sembra quasi un ritorno al tempo dell’Annunciazione, con la Madre pronta a riprendere con rinnovato vigore il suo ruolo di mediatrice, di soccorritrice, di consolatrice. Per il 25° dell’ordinazione episcopale la parrocchia ha donato a monsignor Nunnari un anello vescovile che contiene il volto della Madre del Soccorso.


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Nel marzo del 1999 il dono del pastorale. Oggi, come allora, il grazie si fa preghiera di consolazione. «Forse è arrivato il momento di una scelta rinnovata mariana che ci metta pienamente sulla strada di Gesù. Maria “conserva tutte queste cose nel suo cuore” (Luca 2,51). Con discrezione, ma anche con determinazione, indica la strada del discepolato. In lei Dio ha fatto risplendere per il suo popolo, pellegrino sulla terra, “un segno di consolazione e di sicura speranza”». (dalla “Lettera ai cercatori di Dio” della Cei).

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