Avvenire di Calabria

Iniziativa del vescovo calabrese presso la Pontificia Università Lateranense in Roma

Monsignor Staglianò presenta la Pop-Theology per i giovani

Redazione Web

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Martedì 20 marzo, alle ore 16,30, presso la Pontificia Università Lateranense in Roma, in occasione della pubblicazione del volume "Pop-Theology per giovani. Autocritica del cattolicesimo convenzionale per un cristianesimo umano", del vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, si è tenuto un interessante incontro dal titolo: "La Pop-Theology sfida la prassi e il pensiero", con la partecipazione dell'autore del libro e del prof. Giuseppe Lorizio, docente di Teologia fondamentale presso l'Università Lateranense. A moderare l'incontro il dott. Mimmo Muolo, giornalista di Avvenire.

Mons. Staglianò ha potuto parlare ad un numeroso e attento uditorio, composto da tanti giovani studenti e operatori della Pastorale, chiarendo anzitutto il significato del termine "Pop-Theology", riferendolo al rapporto tra predicazione e musica, in modo particolare alla cultura musicale pop, alle cosiddette "canzonette", che per il vescovo di Noto hanno diritto di cittadinanza nell'attuale panorama culturale e una loro "dignità letteraria", capace di trasmettere messaggi di senso e di veicolare valori profondi e condivisi. 

"Dopo l'Evangelii Gaudium di Papa Francesco - ha dichiarato Mons. Staglianò - è necessario ripensare una Teologia pastorale adeguata per parlare oggi alle nuove generazioni, studiare registri comunicativi nuovi, andare ad intercettare i giovani nei luoghi e nei bisogni della loro esistenza". Il vescovo ha inoltre evidenziato un altro termine che è il sottotitolo del suo libro, quello di "Cattolicesimo convenzionale" - in cui la Chiesa rischia di rimanere intrappolata -, rimarcando l'urgenza di "svecchiare la predicazione cristiana, affinché la fede non rischi di diventare solo una maschera religiosa, senza riferimento al Dio di Gesù e alla sua umanità”. Per Staglianò è dunque necessaria "una critica teologica del vissuto della Chiesa, perché risplenda di un cristianesimo più umano".

"La Pop-Theology non è una Teologia 'ridotta' - ha proseguito Mons. Staglianò -, ma vuole essere una riflessione attenta e 'scientifica' sul sapere della fede nella vita degli uomini, per rintracciare in essi l'umanità bella e buona del Vangelo. Si tratta di una Teologia 'popolare', 'incarnata', con un linguaggio più vicino alle nuove generazioni". Precisando infine che "il vescovo di Noto non è un cantante che si esibisce, ma un predicatore che evangelizza attraverso la musica", ha dichiarato di voler portare avanti questa ricerca teologica e pastorale, muovendosi lungo 3 direzioni: quella del rapporto tra predicazione e musica, quella della "cantillazione omiletica" (già collaudata in tante occasioni, a partire dalla clip "virale" che ha dato inizio a questa ricerca) e quella del componimento di testi di canzoni da far cantare ai "big" della canzone italiana, dunque la possibilità, per esempio, di fare entrare il messaggio della fede in una manifestazione "profana" come Sanremo. 

L'incontro tenutosi alla Lateranense appare quanto mai significativo, in quanto anche all'interno del mondo accademico si comincia a guardare con uno sguardo di simpatia alla Pop-Theology, cogliendone le potenzialità e le promesse, per una prassi ecclesiale che si avvicini sempre meglio all'uomo concreto e alle sue istanze e interrogativi. 

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