
Dalle palme alla croce, il dono consapevole
Anche nella prova suprema, il silenzio del Padre sulla croce, Gesù non manca di affidarsi
«Si riparte», è l’esordio dell’omelia pronunciata dall’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini durante la celebrazione eucaristica di mercoledì delle ceneri. Il bisogno di ricominciare appare evidente più che mai in questa Quaresima, un tempo che il presule reggino ha identificato in due frasi della Liturgia della Parola di mercoledì: «Ritornate a me con tutti il cuore» e «Lasciatevi riconciliare con Dio». Come vescovo dell’arcidiocesi, Morosini riflette sulla realtà che lo circonda, e nell’annunciare la fede ed il Vangelo non può non basarsi sui bisogni che la comunità cristiana sente oggi; partendo da questo presupposto, Morosini invita a fare i conti «con la dimensione spirituale del nostro essere, come la definiva Paolo VI: l’essere umano non può non aprirsi allo Spirito, a qualcosa che vada al di là di sé stesso. All’inizio forse non capirà che è Dio, ma tutte le volte che l’uomo si è rinchiuso nella sua dimensione materiale si è abbrutito». E la Bibbia ancora una volta insegna ed educa. Nella risposta che Gesù dà a Satana alla prima tentazione, c’è una risposta: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Ad oggi, però, si assiste sempre più a quella che Morosini definisce «ingordigia mentale». Per denaro e per interesse si uccidono i genitori, si profanano le tombe. E allora da dove ripartire? Il vescovo prova a dare un indirizzo di fede: «Noi battezzati, quando consideriamo noi stessi e le nostre prospettive di vita, ci progettiamo alla luce di Dio. Oggi, purtroppo, abbiamo fatto della materialità il Dio in cui crediamo. La Quaresima è tutto qui: riscoprire la dimensione spirituale, cercare di capire ed insegnare che il rapporto con Dio deve essere il respiro della nostra vita». Da qui, il richiamo agli adulti che hanno il compito di insegnare che «non di solo di pane vive l’uomo». E lo si deve fare partendo dai piccoli: «Abbiamo tanti bravi giovani che frequentano le parrocchie e le associazioni – aggiunge Morosini – ma la maggioranza ci sfugge e noi dobbiamo essere fermento della società. Io mi chiedo fino a quando anche noi cristiani ci adegueremo a questa mentalità consumistica e materialistica». La Quaresima di quest’anno è dunque «accettare la sfida della spiritualità. Se reimmettiamo nella nostra vita la cura del rapporto con Dio e l’eternità, tanti problemi verrebbero risolti». E allora Morosini, nel mercoledì delle ceneri, ricorda la frase ”Profumati il capo”: «La Quaresima ci purifica dall’egoismo, ci immette nella gioia, ci fa approdare nell’amore e l’amore quando è aperto alla vita eterna e si fonda su Dio è capace di tutto, dei più grandi sacrifici, della condivisione e della carità. Iniziamo questo cammino tenendo davanti agli occhi l’immagine di Cristo», conclude il presule reggino.
Anche nella prova suprema, il silenzio del Padre sulla croce, Gesù non manca di affidarsi
L’arcivescovo Fortunato Morrone questo giovedì celebrerà i riti della Settimana Santa negli Istituti penitenziari reggini
È bello pensare a ciascuno di noi, alla Chiesa intera, come “Cristofori” del Regno Non