
Una firma che vale carità speranza e accoglienza
È partita la nuova campagna dell’8xmille alla Chiesa cattolica, che racconta una Chiesa sempre più
Il 24 giugno, sotto la protezione di San Giovanni Battista, l’arcivescovo monsignor Fortunato Morrone ha incontrato una rappresentanza della vita religiosa femminile. Ci ha scaldato il cuore trovare un fratello e un padre che, grato a Dio per la presenza delle donne consacrate a Dio, a servizio della Chiesa diocesana, ci ha rivolto da subito parole di incoraggiamento, di esortazione: «Siate quel “di più”: siete chiamate, provocate da Gesù, nella Chiesa, ad una sfida di amore grande. Siate segni di benedizione, benedite sempre: chiedete questa grazia al Signore».
Monsignor Morrone ci ha ricordato che la vita religiosa «non è un sacramento, perché la nostra vita è chiamata a rendere visibile quello che tutti siamo chiamati a vivere: la vita piena in comunione con Dio». Questa è la dimensione escatologica della vita cristiana: noi anticipiamo quello che saremo tutti. Quello che Gesù ci chiede è praticabile, secondo la nostra situazione, secondo il nostro carisma: chiamate ad essere ala avanzata della Chiesa. Con la sua voce vibrante e calda ci ha portate ad alzare il nostro sguardo su Gesù che è davanti al Padre e, noi a sua immagine, siamo chiamate a rispondere al suo «se vuoi»: se nel nostro cammino con Gesù fossimo motivate dal «devi», ci sarebbe qualcosa che non va.
Don Fortunato si è messo in ascolto e, attento alle mozioni delle religiose, ha preso appunti dei vari interventi, delle proposte, soprattutto dei sogni che le suore hanno presentato. Alcuni spunti su cui vogliamo camminare insieme: la vita nello Spirito, la spiritualità di comunione, l’evangelizzazione, il prenderci cura. Consapevoli che è stato un primo incontro, abbiamo insieme ringraziato il Signore e ci siamo dati appuntamento a dopo l’estate, per approfondire le nostre conoscenze, per ritrovarci intorno alla Parola e condividere le suggestioni dello Spirito che parla attraverso ciascuno.
Un’ultima immagine che ci ha lasciato il vescovo: «siate grembo perché Dio è grembo». Siamo chiamate ad essere quello che siamo nella nostra identità più profonda, perché naturalmente il nostro corpo è fatto per accogliere, per custodire, per generare la vita. Ringraziamo il Signore perché nella nostra arcidiocesi ci sono circa 250 religiose che quotidianamente, a servizio dei più poveri, dei piccoli, nelle periferie, manifestano con la loro vita l’amore di Dio che si prende cura dei suoi figli.
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L’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova e presidente della Cec invita la comunità a unirsi nella preghiera ricordando la celebrazione in Cattedrale venerdì 25 aprile alle 18