Avvenire di Calabria

All'iniziativa del Forum del Terzo Settore hanno partecipato il vescovo Morosini e il sindaco Falcomatà

Nasce il Coordinamento Articolo 32. Squillaci: «Azione di lotta»

Federico Minniti

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Coordinamento "Articolo 32". Da oggi l'assemblement delle organizzazioni (cooperative, enti e sindacati) che hanno partecipato all'assemblea pubblica tenuta stamane all'auditorium "Diego Suraci" della Piccola Opera di Reggio Calabria saranno radunate in un movimento che ha come scopo quello di difendere il diritto, costituzionalmente sancito, alla salute dei cittadini.

 
Questa nuova sigla è il primo ed evidente segno di una stagione diversa per il Terzo Settore reggino e calabrese all'indomani della proposta di dissesto dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, formulata lo scorso 6 giugno da parte della Commissione straordinaria inviata dal Governo per gestire l'Asp locale.
 
Una «bandiera bianca» - basata sui "circa" 400 milioni di euro di debiti accertati - che, però, rischia di condannare a morte i diritti dei più deboli. «È arrivato il momento di alzaro il tono dello scontro - ha detto Gianni Pensabene, portavoce regionale del Forum Terzo Settore che ha moderato l'incontro a più voci - occorre dire "basta" rispetto a una situazione in cui a pagare sono sempre i più deboli. Il sentimento da innescar, però, non è la commozione, ma la condivisione di intenti». Gli fa eco, Luciano Squillaci, presidente nazionale della Federazione italiana delle Comunità terapeutiche, il cui intervento è centrale nella mattinata alla Piccola Opera. 
 
«Bisogna intenderci su una premesse, ossia se a Reggio Calabria ci siano dei cittadini o dei sudditi - ha affermato Squillaci - perché la sensazione è che l'unico grande "sovrano", quando si parla di salute in Calabria, sia soltanto il budget. Ma attenzione: quando i potenti litigano, i poveri patiscono». E ancora: «Siamo tutti d'accordo su una cosa, cioè che chi ha sbagliato deve pagare. Ci chiediamo: quale è il costo sociale di questo dissesto dell'Asp? Qualcuno si sta interessando alle persone che rischiano di non avere più le risposte di cui hanno bisogno? La soluzione a questo punto è solo uno: un'azione di lotta, bisogna convocare gi Stati Generali della sanità reggina. Lo pretendiamo».
 
Subito dopo il presidente della Fict ha preso la parola l'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini che ha espresso la propria massima solidarietà alle cooperative e alle associazioni che quotidianamente si sostituiscono allo Stato nell'erogare dei servizi fondamentali per la cittadinanza (clicca quì per affrofondire le parole del presule).
 
Poi gli interventi: dai sindacati, rappresentati da Pino Rubino (Cisl Funzione Pubblica), Francesco Callea (Cgil Funzione Pubblica) e Peppe Marra (Usb), i quali hanno specificato come «la gestione "torbida" dell'Asp ha portato alla situazione odierna che è un punto di non ritorno. Per questo occorre lavorare in modo unitario avendo degli obiettivi chiari e condivisi».
 
A seguire gli interventi dei rappresentati del mondo no-profit. Tra cui quelle di Peppe Carrozza, direttore del Consorzio sociale "Macramé" che ha espresso a chiare lettere un distinguo da porre in essere rispetto alle rivendicazioni collegiali auspicate negli interventi precedenti. «Nessuno delle cooperativa o degli enti del welfare ha provocato 400 milioni di euro di debiti - ha puntualizzato Carrozza - pertanto non dobbiamo avere come compagni di strada quanti hanno causato tutto questo». Ha parlato alla numerosa platea di addetti ai lavori anche Pasquale Neri, portavoce del Forum territoriale reggino del Terzo Settore: «Per pagare due o tre volte delle fatture, in realtà, bisogna essere organizzati e anche bene. Ma come fa tutto questo a passare sottotraccia? Perché nessuno interviene? Occorre fare chiarezza sulle responsabilità».
 
Prima della fase conclusiva, in cui si è dato mandato al neo-insediato Coordinamento "Articolo 32" di prodigarsi nelle comunicazioni istituzionali con Asp e Prefettura, sono intervenuti - in ordine - il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha annunciato i prossimi impegni istituzionali contro il provvedimento - sinora solo annunciato e proposto - del dissesto dell'Azienda Sanitaria Provinciale (clicca qui per leggere le parole del primo cittadino), e dell'ex assessore regionale al Welfare, Federica Roccisano la quale - parlando da componente del Forum del Terzo Settore della Locride - ha voluto richiamare i concetti di «dignità» e «giustizia sociale» che rischiano di naufragare in caso di default finanziario dell'Asp reggina.

Articoli Correlati

gioco d'azzardo calabria

Calcio e scommesse illecite: Squillaci (Fict), “contrastiamo gioco d’azzardo patologico e investiamo su prevenzione per non perderci un’intera generazione”

“Il calcio scommesse è un terremoto che mette sotto i riflettori una piaga, una tragedia di carattere sociale, il gioco d’azzardo patologico, spesso sottovalutata, che fino a ieri, non coinvolgendo persone famose, era nell’ombra. In Italia, ci sono oltre 1,3 milioni di malati patologici da gioco, per non parlare del sommerso, e dietro questi numeri […]