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Leggere fin dai primi mesi di vita non è solo un gesto educativo, ma un atto d’amore che coinvolge genitori e figli in un processo di crescita condivisa. Il progetto “Nati per leggere” lo promuove da oltre vent’anni anche in Calabria, grazie all’impegno di pediatri, bibliotecari e volontari.
Il progetto “Nati per leggere” rappresenta un faro nella promozione della lettura sin dai primi anni di vita. Ne parliamo con il pediatra Domenico Capomolla, referente regionale del progetto per l’associazione culturale pediatri, che da anni si impegna nella diffusione del programma sul territorio.
Nati per leggere è un programma nato nel 1989 negli Stati Uniti presso il Boston City Hospital con il nome di Reach out and Read (ROR) ed è rivolto alla fascia di età 0-6 anni. Ne furono promotori i pediatri Barry Zuckerman e Robert Needlman, i quali capirono l’impatto della presenza dei libri per bambini nelle sale di attesa degli ambulatori pediatrici. Questa intuizione ha permesso di creare un progetto molto efficiente ed a basso costo teso a favorire lo sviluppo mentale del bambino e le competenze genitoriali.
Successivamente il programma si è esteso nel Regno Unito con il nome di Start book e poi nel 1999 è arrivato in Italia con il nome Nati per leggere. In Italia è sostenuto dall’Associazione Culturale Pediatri, di cui faccio parte, dall’Associazione Italiana Biblioteche e dal Centro per la salute del Bambino di Trieste.
Premetto che il laboratorio opera sui bambini ma il vero bersaglio del progetto sono i genitori. Gli incontri, infatti, devono necessariamente avvenire alla presenza dei genitori che possono così toccare con mano, grazie all’opera dei nostri volontari, quanto questa pratica piaccia ai loro figli.
I vantaggi, ormai scientificamente dimostrati, sono non solo di tipo cognitivo ma anche emotivo, affettivo e relazionale. Per quanto riguarda l’aspetto cognitivo vi è sicuramente un deciso vantaggio di tipo linguistico e di vocabolario. Leggere per molto tempo ai propri bambini sostiene lo sviluppo di molte competenze quali la conoscenza dell’alfabeto e le convenzioni della scrittura quali la costruzione della frase, la corrispondenza tra parola scritta e suono, la familiarizzazione con l’alfabeto ecc.
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Attraverso l’ascolto di parole, favole, filastrocche il bambino memorizza ed apprende migliaia di termini favorendo anche lo sviluppo della memoria. Per non parlare dell’immaginazione. Le faccio un esempio: al bambino viene raccontato che un cane ha salvato una famiglia guidandola fino ad un rifugio. Probabilmente questa situazione il bambino non la vivrà mai ma può conoscere ugualmente situazioni o stati emotivi che altrimenti non avrebbe mai sperimentato.
Mediante il lavoro straordinario dei nostri volontari, dei bibliotecari e dei pediatri che svolgono attività di promozione del progetto. In altre parole facendo rete. Ancora, in Calabria, non siamo un numero altissimo ma i progressi ci sono e si vedono. Quest’anno sono stato a Gioiosa Ionica, a Castrovillari a Taurianova e a maggio sarò a Lamezia per la formazione di altri volontari. Inoltre stiamo programmando il 3° convegno regionale di Nati per Leggere per dopo l’estate. Il primo si è svolto a Scilla ed il secondo a Catanzaro mentre per il terzo stiamo decidendo insieme alla dottoressa Scarcella (Referente Regionale di NPL per l’associazione Italiana Biblioteche) dove svolgerlo quest’anno.
In primo luogo cercare nelle vicinanze presidi di Nati per Leggere. Poi è possibile chiedere consigli al proprio pediatra o alla bibliotecaria del luogo, ormai sono molti coloro che conoscono il progetto e possono indirizzare. E’ anche molto utile creare una sana e piacevole routine di lettura con i propri bambini. Questo favorirà l’abitudine alla lettura anche in età successive. Posso dare comunque tre consigli. Passare del tempo con i figli, parlare molto con i figli e leggere spesso con i figli.
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